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Romagnano Mercatone Uno fallito: partita la cassa per i dipendenti

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Romagnano Mercatone Uno: sfuma ogni speranza di riapertura: dichiarata la cessazione di attività d’impresa.

Romagnano Mercatone Uno chiuso

Svanisce ogni residua speranza per il Mercatone Uno di Romagnano: non riaprirà più. E’ la conseguenza della sentenza del tribunale di Bologna, che per l’ex colosso dei mobili ha dichiarato la cessazione di attività d’impresa dal 24 novembre, mettendo così il punto finale ad una delle più travagliate vicende del panorama economico italiano. Per i dipendenti è stata disposta la cassa straordinaria della durata di un anno, mentre fornitori e clienti restano con il cerino in mano. Difficile, in queste condizioni, recuperare i soldi degli articoli venduti o la merce acquistata e mai arrivata. Con Romagnano, in provincia di Novara, chiudono i punti vendita di Trecate, Caltignaga e Pombia, in tutto si parlava di 180 i lavoratori, dei quali una ventina a Romagnano. Per i dipendenti rimasti quindi, il 24 è partita la cassa integrazione straordinaria per cessata attività, ottenuta grazie al decreto Genova; il provvedimento durerà 12 mesi. L’accordo è stato siglato nei giorni scorsi al termine del tavolo convocato dal ministero del Lavoro con i commissari straordinari, Antonio Cattaneo, Giuseppe Farchione e Luca Gratteri (che avevano ripreso in mano il gruppo nel giugno 2019), i rappresentanti delle Regioni e Cgil, Cisl e Uil.

Vendita degli immobili

Durante il periodo di cassa comunque potranno essere venduti gli immobili di proprietà della procedura di amministrazione straordinaria, con l’obbligo di assunzione del personale, così come potranno essere attuati progetti di auto-imprenditorialità. I sindacati hanno chiesto un provvedimento normativo specifico affinché il trattamento di cassa integrazione sia rapportato al trattamento economico precedente alla cessione alla Shernon Holding. Quest’ultima era stata la newco alla quale il ministero dello Sviluppo economico nel 2018 aveva ceduto Mercatone Uno, dopo che i precedenti commissari governativi al timone dall’aprile del 2015, Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari, si erano fatti da parte. Nel giro di nove mesi tuttavia Shernon era fallita, aggiungendo un centinaio di milioni ai 360 di debito accumulati durante i tre anni del primo commissariamento.

Il processo

Una vicenda, quella di Shernon, che aveva avuto anche risvolti legali. I vertici della holding erano stati infatti accusati di bancarotta fraudolenta. Il processo si era celebrato lo scorso febbraio e il tribunale di Bologna aveva sentenziato che “il fatto non sussiste”, pertanto i sei imputati erano stati assolti. Sono finiti così 42 anni di storia imprenditoriale italiana. Il punto vendita di Romagnano, chiuso alla metà del 2015 (con una breve riapertura nel 2017), era stato aperto nel 2001. Resta un buco da 800 milioni sulle spalle di aziende fornitrici e dei contribuenti; di questi, 117 milioni sono debiti verso l’erario e 29 verso lo Stato per contributi previdenziali non versati. Quando Mercatone fu ammesso alla procedura concorsuale, nel 2015, il debito era stato calcolato “solo” sul mezzo milione.

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