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Romagnano: Piera Mazzone ricorda Giacomo Fioramonti

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«Spero di reincontrarti Mino, al di là del tempo e dello spazio»

Dalla direttrice della biblioteca civica “Farinone Centa” di Varallo riceviamo e pubblichiamo un ricordo dell’ingegner Giacomo Fioramonti, recentemente scomparso a Romagnano

«Giacomo Fioramonti: difficile per me scindere l’Uomo dall’Ingegnere, dal brillante relatore alle conferenze presso il Museo Etnografico di Romagnano, dal melomane raffinato, dall’Amico affettuoso. Giacomo ha avuto una lunga vita, era nato nel 1925, ma l’ha colmata di valori, di cose importanti: ha dato molto agli altri, ha condiviso saperi e sapori, la probità e l’onestà intellettuale furono le cifre cui improntò sempre il suo agire.

Giacomo aveva lavorato per lunghi anni a Novara: alla De Agostini prima e poi passò come amministratore delegato alla Sant’Andrea macchine tessili. Dopo la pensione era tornato a Romagnano con la moglie Antida, nella casa di famiglia in Via Ministro Caccia: questo era il suo paese e lo ha servito anche attraverso l’impegno politico attivo, è stato Vice Sindaco e Assessore, ha sempre dimostrato attenzione e liberalità verso Enti ed Istituzioni del paese, dalla Casa di Riposo Ottavio Trichieri, al Museo Storico Etnografico, al Comitato del Venerdì Santo, di cui fu Governatore nel 1993 e Presidente nel 2000, alla Schola Polifonica Abbaziale di San Silvano.

Uomo integerrimo, ha sempre avuto il coraggio di difendere le proprie idee, accettando quelle degli altri. Si è costantemente posto delle domande: la sua intelligenza inquieta lo portava a studiare per sottoporre a continue revisioni critiche quelle che sarebbero parse verità indiscutibili. Per lui i libri furono davvero compagni di vita e pane quotidiano: con grande generosità regalò la sua ricca e selezionata Biblioteca, al Museo di Romagnano, dove costituisce un Fondo Bibliografico importante e significativo. La Biblioteca del Museo Storico Etnografico di Romagnano è ricca di testi rari e importanti per la cultura contemporanea, veri e propri tesori bibliografici non tanto, o non solo per antichità, ma per rarità: edizione preziose, oggi introvabili.

 

Giacomo Fioramonti nel 1943 aveva diciotto anni e si interessava dei fermenti in seno alla chiesa cattolica e quindi acquistò il volume di Ernesto Buonaiuti: “Il Modernismo Cattolico”, si laureò in ingegneria e la sua carriera professionale si mosse verso ben altre direzioni, ma non venne mai meno l’interesse e la voglia di capire, di comprendere, di approfondire, e i libri si rivelarono compagni preziosi. Uomo dalla brillante vivacità intellettuale, con la collaborazione dell’amico Lorenzo Del Boca e di Beppe Ruga per la parte iconografica, per le sue numerose “Conversazioni” al Museo, del quale fu anche Vice Presidente, il risultato di studi su edizioni particolari, presenti nella sua biblioteca, scelse sempre argomenti insoliti e molto interessanti: dalla massoneria a Rosmini, a Giordano Bruno, al mistero dei numeri primi, ad un Voltaire pressoché sconosciuto, ad una lettura massonica della favola di Pinocchio, a indagini sulla storia e sulla toponomastica romagnanese.

L’ultima Conversazione, che continuava la serie: “Briciole di storia del nostro Borgo”, intitolata: “Cosa rappresentò il periodo napoleonico. Una storia affascinante e intrigante”, nata dalle indagini esperite presso l’Archivio Storico Comunale: “Uno dei pochi ad aver conservato in originale gli scritti, le disposizioni e gli editti napoleonici che vanno dal 1796 al 1814…un patrimonio di valore inestimabile”, purtroppo non fu mai presentata, perché Giacomo si ammalò, ma racchiude un suo grande desiderio: “Una storia del nostro Borgo va scritta, almeno dal 1569, anno di fondazione della Parrocchia, al 1945, anno della liberazione dal fascismo. Si chiede troppo? Si ritiene proprio di no!!!”. Lo sforzo di Giacomo Fioramonti era quello di sintetizzare letture, ricerche documentarie per offrire squarci davvero inediti sulla storia. I testi di quelle conferenze venivano condensati in agili dispense che permettevano di rileggere e approfondire gli argomenti trattati, utilizzando la ricca e aggiornata bibliografia pubblicata in calce.

 

Non faceva mistero della sua appartenenza alla Massoneria e, cosa veramente rara, era riuscito ad avere il permesso di far visitare il tempio massonico di Novara, dove si riunisce la Loggia Europa, cui era affiliato, alle socie dell’Inner Wheel Valsesia, spiegando anche in quella sede gli ideali massonici e sfatando molte false leggende. A questo argomento dedicò un volumetto pubblicato nella collana Romanianum Edizioni Museo Storico Etnografico, completato da un saggio sulla Massoneria a Romagnano, che fu ispirato da un reperto unico conservato nel Museo: un nastro con medaglione attestante l’adesione alla loggia 135 Francisco Ferrer di Saund Coulee, Montana, del Fratello Domenico Torelli, originario di Romagnano. Giacomo Fioramonti si era anche interessato di far avere gratuitamente alla biblioteca di Varallo la rivista Delta, pubblicata dalla Gran Loggia d’Italia, che è oggi consultabile con Hiram, la rivista del Grande Oriente d’Italia.

 

Giacomo Fioramonti era anche revisore dei Conti della Società Storica Vercellese, cui fu molto legato per l’amicizia con il compianto Presidente Rosaldo Ordano. Spero di rincontrarti Mino, al di là del tempo e dello spazio, in quel luogo dello Spirito dove certamente hanno un posto le Persone come Te: mi avevano colpita la tua grande cultura, il comune amore per l’arte e per la musica, ma mi aveva conquistata il “gentiluomo”, affettuoso e generoso, che alimentava la sua vivace intelligenza con una costante “curiositas”»

Piera Mazzone

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