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Sagliaschi: Sul 25 aprile esternazioni inappropriate di Delmastro

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Claudio Sagliaschi risponde alle considerazioni sul 25 aprile dell’onorevole Sandro Delmastro.

Claudio Sagliaschi risponde alle considerazioni sul 25 aprile dell’onorevole Sandro Delmastro.

“Non conosco né di nome e né di vista il signor Delmastro ma capisco il suo desiderio di “apparire”, tuttavia  mi sento in dovere di rispondere alle sue “esternazioni inappropriate” sulla ricorrenza del 25 aprile e la visita  del nostro Presidente.

La data del 25 aprile richiama simbolicamente tra le altre cose, alcuni fondamentali concetti non difficili da  comprendere anche per i bambini: a) La fine di una dittatura durata vent’anni con la conseguenza finale di una lunga guerra con milioni di  morti. b) La lotta armata combattuta da migliaia di giovani partigiani, e da tanti altri, che dettero un contributo  fondamentale alla liberazione del proprio Paese insieme alle forze militari coalizzate contro il  nazismo e fascismo. c) L’inizio dopo tanti secoli, di una Democrazia mai provata in precedenza, e che – seppure imperfetta  – ha consentito con la Costituzione Repubblicana, tra le altre cose, anche la libera espressione delle  proprie idee. Pertanto il signor Delmastro dovrebbe innanzitutto esprimere ringraziamento anche ai  “liberatori” per avere modo di esternare pubblicamente il suo dissenso, salvo che in caso di vittoria  dell’altra parte, fosse un predestinato autorizzato all’uso dell’olio di ricino e del bastone.

Per ciò che riguarda i singoli dettagli della sua inappropriata esternazione rispondo solo che ciò che racconta  è stato oggetto di discussione per moltissimi anni per cui mi sorge il fondato dubbio che i libri citati siano gli  unici sull’argomento che il signor Delmastro possiede nella sua biblioteca. Tuttavia per dare seguito a tali  esternazioni lo farò contento affermando che anche tra le forze partigiane vi furono personaggi “discutibili”  non però certamente paragonabili alla parte avversa. Per quanto riguarda invece i crimini commessi dai liberatori dopo il 25 aprile quando cioè era un volgare  delitto uccidere, posso solo dire – senza giustificare niente e nessuno – che solo il signor Delmastro crede  che una dittatura durata vent’anni ed una guerra durata cinque anni, tutto finisca improvvisamente a  mezzanotte in punto del 25 aprile 1945. La domanda finale che mi pongo è invece la seguente: che senso ha e che senso può avere una simile  esternazione del signor Delmastro? E’ utile la sua lettera al dibattito che dovremmo avere invece tutti quanti  in questi momenti di grande instabilità mondiale per dare il nostro contributo al miglioramento per la Pace? La Pace – signor Delmastro – la si ottiene anche con i singoli contributi di semplici parole e non cercando di  alimentare inutili polemiche.

Claudio Sagliaschi

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