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Scrive la sorella gemella del vigile morto: «Per me sei un eroe»

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Una commovente lettera di Ivana Aretusi, per 42 anni nella polizia urbana di Borgosesia

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Ivana Aretusi, sorella gemella di Ivo, di ringraziamento a Borgosesia. Aretusi, morto nell’agosto 2014 a 64 anni, era stato agente di polizia municipale in città per 42 anni.
 
«Ti confesso, caro tesoro mio, che riconosco in te, come sempre, la tua bontà e umiltà. Hai fatto tanto del bene e aiutato tante persone, per questo sei stato premiato non so quante volte. Già da piccolo eri stupendo, non mi hai dato mai uno schiaffo, da gentiluomo, mentre io sì, e di questo mi pento. Siamo gemelli, formati insieme nel grembo materno, e questo crea un rapporto inspiegabile, che pochi capiscono e comprendono. Da quando non ci sei sento di non essere più intera in questo mondo. Mamma e papà ci ricordavano sempre che quando eravamo piccoli piccoli li fermavano sempre per complimentarsi di noi tanto eravamo teneri. “Poveri, ma belli”. Ho messo una tua foto dai nostri genitori a Vercelli e ogni giorno chiedo a loro ti tenerti stretto al sicuro tra le loro braccia, di coccolarti e di darti tutto l’amore che la vita non ti ha dato tempo di ricevere, con quella brutta malattia che ti ha torturato per anni e che in silenzio hai dovuto accettare senza lamentarti non facendo trasparire il tuo dolore.
 
Dio solo sa quanto bene ci siamo voluti. Il nostro era un legame speciale, quello dei gemelli, dove non servono parole per capirsi e a volte nemmeno lo sguardo. Noi ci sentivamo con l’anima. Noi non avevamo parole non dette, e sapevamo tutto. Sono onorata di averti come fratello gemello, perché sei un uomo buono, sei stato un grande. Per me non è servito che tu abbia preso parte a qualche battaglia per diventare un eroe. Lo sei. Hai sempre teso la tua mano al prossimo e amato la gente. 
Voglio ringraziare di cuore tutti i tuoi colleghi, vigili e vigilesse di Borgosesia e il tuo comandante, per tutto quello che hanno fatto per te durante la tua agonia. E poi la tua città per il commovente saluto che ti hanno dato, la banda, le sirene, la tua macchina, tanta gente. Non finirò mai di dirvi grazie per come avete reso onore al mio Ivo. So che sei un angelo e veglierai sulla gente a cui hai voluto bene. C’è anche un grande uomo, di animo gentile e generoso, che ama la sua gente, che vorrei ringraziare in particolare, il sindaco Buonanno, che ha onorato Ivo accogliendolo nel Comune per l’ultimo saluto, riconoscendoti il valore la bontà, la dedizione che hai avuto per la tua città con tutti i suoi colleghi. Ivo era una persona buona e soprattutto umile, come lo è lei: signor sindaco, grazie. Grazie a tutti i cittadini di Borgosesia per la stima, l’amore e il rispetto che hanno dimostrato a te, caro Ivo mio.
 
Tu me lo dicevi sempre, come amavi la tua gente e come ti piaceva regalare anche il tuo tempo nel volontariato per loro. Mai avresti lasciato la tua città, avrei dovuto venirci abitare anch’io, tanto me l’hai fatta amare. Strano il nostro destino, mentre tu ti aggravavi velocemente io ho subito un infarto, insieme nella sofferenza e nel dolore. Ma non mi hai dato la possibilità di starti vicino negli ultimi giorni e nemmeno di salutarti: stavamo morendo insieme. Con l’occasione ringrazio Alfredo e la sua ragazza che venivano sempre a trovarti, e quel signore con la moglie, che abitano in collina, e che l’hanno tanto aiutato, ma non ricordo il loro nomi, ma loro capiranno. Ivo, tesoro mio, hai visto? Ho ringraziato tutti quelli che ho potuto per te, per noi».
 
Ivana Aretusi