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Shock dopo il vaccino: paura per la poetessa di Serravalle

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Shock dopo il vaccino: paura per la poetessa di Serravalle

Shock dopo il vaccino: Marina Doria, nota poetessa serravallese, ha avuto una reazione allergica dopo l’inoculazione. Dopo essersi ripresa, ha messo in versi la “Filastrocca dell’ammalato”.

Shock dopo il vaccino

Momenti di paura per Marina Doria, poetessa serravallese, molto conosciuta in valle e non solo per le tante poesie scritte e per i tanti premi vinti. In seguito alla seconda dose di vaccino Pfizer ha avuto una reazione allergica che le ha causato shock anafilattico, fiala di antistaminico, tre endovene di cortisone, “passeggiata” a ritmo sostenuto in 118 da Borgosesia a Borgomanero, quattro ore di pronto soccorso. Ora, superata la grande paura, racconta con il sorriso e l’ironia che la contraddistinguono quanto le è successo giovedì pomeriggio dopo aver ricevuto al centro vaccinale di Borgosesia il richiamo del vaccino Pfizer contro il Covid, e ha persino tradotto in versi, in una “Filastrocca dell’ammalato”, l’esperienza vissuta.

Le allergie

Ma sicuramente non è stata una passeggiata: «Non dimenticherò mai quei momenti – racconta -. Premetto che sono una persona allergica, ho già avuto degli shock anafilattici in seguito a punture di vespe e quindi ero pronta a una eventuale reazione alla prima dose. Avevo veramente molta paura a fare il vaccino, ma alla fine mi sono convinta che era necessario. Dopo la prima iniezione tutto è filato liscio, non ho avuto febbre né altri sintomi, neppure dolore al braccio. Di conseguenza giovedì mi sono recata a fare il richiamo a cuor leggero. Sono generalmente un’ansiosa, ma in questo caso ero proprio tranquilla».

L’ospedale

Pochi minuti dopo aver ricevuto la seconda dose, Doria ha però capito che qualcosa non andava: «Ho avvertito una fortissima tachicardia, mi hanno fatto sdraiare su una barella, poi è subentrato il gonfiore alla gola. A quel punto mi è stato somministrato l’antistaminico e fatte tre endovene di cortisone. E qui arriva il bello, perché dovevo essere trasferita al pronto soccorso ma, con mia grande sorpresa, non sono stata portata all’ospedale di Borgosesia, raggiungibile in qualche minuto, bensì a Borgomanero, perché il pronto soccorso del “Santi Pietro e Paolo” è ancora in modalità Covid e quindi le ambulanze vengono dirottate altrove. A Borgomanero ho trovato persone arrivate persino da Campertogno, da non credere con un ospedale qui a due passi. Su ciò che mi è capitato dopo il richiamo non ho nulla da recriminare: personale del centro vaccinale e medici al pronto soccorso sono stati straordinari. Io inoltre sono a favore dei vaccini, ma ho capito che non fanno per me. Mentre sul fatto che la Valsesia non possa usare il suo pronto soccorso, questo sì che è inaccettabile. Comunque non voglio polemizzare, non è nel mio stile. Venerdì alle 6 del mattino componevo una filastrocca per sdrammatizzare, ma anche per far riflettere sui problemi della sanità».

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