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“Signora, a 79 anni la vita ha fatto il suo corso: inutile accanirsi con le terapie”
“Signora, a 79 anni la vita ha fatto il suo corso: inutile accanirsi con le terapie”. Frase choc di un sanitario a una paziente oncologica: che ha poi invece trovato efficace assistenza in una clinica.
“Signora, a 79 anni la vita ha fatto il suo corso: inutile accanirsi con le terapie”
Una paziente di 79 anni, residente a Ivrea, si è sentita dire questa frase: “A 79 anni la vita ha fatto il suo corso, inutile accanirsi con le terapie”. La donna, dopo essere stata operata di un tumore maligno e asportazione di un rene, a fine giugno scorso, si è sentita quasi abbandonata a se stessa. Il suo calvario, in realtà, è iniziato ben prima dell’intervento quando, a inizio giugno, si era recata al pronto soccorso di Ivrea con coliche renali e perdite di sangue. Lo riporta Prima il Canavese.
Il calvario della donna passa anche da Biella
Dopo un’attesa durata ore, insieme al figlio ha deciso di recarsi al Pronto soccorso delle Molinette di Torino, per poi approdare, dopo altrettanta attesa e in entrambi i casi senza alcuna visita preliminare, all’ospedale di Biella. Dopo due giorni di pellegrinaggio tra i vari ospedali, ecco la diagnosi: tumore al rene con l’asportazione programmata d’urgenza a fine giugno. Dopo una visita di controllo a 30 giorni dall’intervento, però, più nessuna cura specifica, con il rimando a 6 mesi per verificare che, nel frattempo, non fossero partite metastasi, evento fortunatamente scongiurato fino all’intervento.
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Al centro specializzato
La donna, però, non volendo attendere senza far nulla fino al primo controllo utile, ha deciso di recarsi in quello che, per nomea, sembrava essere un punto d’eccellenza nella cura dei tumori: il Centro tumori di Candiolo. Qui, però, in base alla sua testimonianza, anziché trovare cure alla malattia e al paziente, si è sentita rispondere dalla dottoressa che ha analizzato la sua cartella clinica che, “avendo 79 anni, la sua vita aveva fatto il suo corso, quindi, sarebbe stato inutile accanirsi con ulteriori terapie ma, meglio attendere il decorso degli eventi” e, a quanto pare, del destino.
Nella clinica a pagamento l’assistenza richiesta
La paziente, demoralizzata e depressa dalle risposte ricevute dal medico, avrebbe comunque deciso di rivolgersi altrove per ulteriori visite specialistiche. Purtroppo, però, incappando in una tortuosa trafila fatta di lunghe liste d’attesa dell’Asl TO4 o, addirittura, agende ancora non pronte per prenotare gli appuntamenti futuri. Cosa fare allora? Andare all’Istituto europeo oncologico di Milano. Esito della visita? Intervento perfettamente riuscito, rassicurazioni, e visita successiva a tre mesi di distanza. Realmente, dunque, la soluzione ai problemi di sanità in Piemonte sarebbe da ricercare al di là dei confini regionali?
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