Attualità
Sizzano: ago e filo per aiutare la ricerca sul cancro
Le volontarie di ”Un seme per la vita” hanno raccolto mille euro da destinare alla Fondazione di Candiolo
Aiutare la ricerca scientifica con ago, filo e creatività: lo fa, ormai da dieci anni, l’associazione “Un seme per la vita” di Sizzano. Quest’anno, con il mercatino estivo tenuto durante la Mostra del Vino, le volontarie sizzanesi hanno raccolto mille euro, somma che sarà destinata alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro di Candiolo, situata nel Torinese. Quella del gruppo “Un seme per la vita”, tutto al femminile, è una presenza fissa in paese con due appuntamenti, entrambi a scopo benefico: il primo è appunto quello estivo, destinato a raccogliere fondi per la ricerca scientifica contro le malattie (ogni anno viene individuata una realtà dedicata) mentre in genere il secondo, il mercatino natalizio in programma ogni anno l’8 dicembre, è finalizzato a sostenere le realtà locali. Il gruppo vende creazioni fatte a mano: dai gioielli fino ai vestiti, passando per tanti oggetti per la casa. Il tutto realizzato con le tecniche più disparate, grazie alle diverse abilità delle volontarie che aderiscono all’associazione.
«Al momento abbiamo circa 10 o 12 volontarie – illustra la presidente Maria Teresa Taro – abbiamo poi alcune persone che lavorano per noi da casa, soprattutto per realizzare ricami». Attualmente, il gruppo è già al lavoro per preparare le prime creazioni da metttere in vendita nel mercatino natalizio: ogni anno, infatti, le componenti vanno a caccia di nuove idee e temi per sorprendere i loro acquirenti. Nel corso degli anni, i loro contributi hanno permesso di realizzare progetti importanti: fra questi, si possono citare alcuni restauri per la chiesa, l’acquisto di nuove attrezzature per la scuola dell’infanzia locale e il supporto all’associazione locale di Pubblica Assistenza. Il gruppo si ritrova a cadenza settimanale, tutti i lunedì, dalle 13,30 in poi, nella loro sede in municipio: «Chi volesse venire a trovarci, per capire come ci organizziamo o dare una mano, è il benvenuto» conclude la presidente.
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