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Stagione venatoria, riapre caccia alla volpe: 500 esemplari in esubero

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Nonostante le azioni di protesta del fronte animalista riaprirà, il 1 gennaio, la caccia alla volpe. Intanto l’Aidaa stila il bilancio delle vittime umane di caccia e dei cacciatori.

La stagione venatoria è entrata nel vivo e il fronte animalista prosegue le azioni di disturbo in Valsesia. Una iniziativa seguita, soprattutto, all’annuncio che dal 1 gennaio riaprirà la caccia alla volpe secondo il piano faunistico degli abbattimenti messo a punto dalla Regione Piemonte. L’elevata capacità riproduttiva delle volpi avrebbe, di fatto, creato uno sbilanciamento della specie sul territorio, rendendo necessario l’intervento dei cacciatori. Le battute di caccia alla volpe seguiranno le stesse modalità  su tutto il territorio regionale: ciascuna squadra potrà operare con un minimo di 5 e un massimo di 50 cacciatori e non più di quattro cani per ognuno dei gruppi: ai segugi il compito di stanare gli esemplari.

Intanto l’Aidaa, associazione italiana difesa animali e ambiente, ha diffuso i dati delle vittime di caccia del 2015: “oltre 110 le vittime umane di caccia e dei cacciatori, di questi 38 morti nel periodo gennaio-dicembre 2015 (di cui tre ammazzati a inizio anno che con la caccia non c’entravano nulla). Sono invece 35 i cacciatori che ci hanno lasciato la pelle, una decina dei quali presi a fucilate dai loro compagni di caccia. Tra i feriti se ne contano 60 tra gli stessi cacciatori mentre gli altri 14 sono persone prese a fucilate loro malgrado. Autori di questi eccidi sono, perlopiù, over 65: anziani a cui, senza alcun controllo, viene permesso di girare con un fucile in spalla e sparare a qualsiasi cosa si muova”. 

 

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