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Stop impianti sciistici: il Piemonte chiede ristori immediati e pensa di costituirsi parte civile

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Stop impianti sciistici: il Piemonte chiede ristori immediati e pensa di costituirsi parte civile. La Regione sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile al fianco dei gestori degli impianti per chiedere indennizzi.

Stop impianti sciistici: il Piemonte chiede ristori immediati e pensa di costituirsi parte civile

Sono numerose le iniziative assunte dalla Regione Piemonte dopo la mancata ripartenza dell’attività degli impianti di sci, decisa domenica sera dal Governo a meno di 12 ore dalla riapertura.

Nel corso di una riunione straordinaria della Giunta è stato deciso, come hanno dichiarato il presidente Alberto Cirio e l’assessore allo Sport Fabrizio Ricca:

“Uno stanziamento di 5,3 milioni di euro come ristori per gli impianti sciistici nuovamente penalizzati da una politica di chiusura intempestiva e annunciata con nessun anticipo. Una dinamica, questa, che ha reso impossibile una politica di pianificazione delle aperture per la stagione sciistica e che ha causato ulteriori danni a quelli già ingenti che la pandemia ha provocato anche a questo comparto. La Giunta delibererà venerdì queste risorse che sappiamo non essere sufficienti, ma che sono un modo immediato per dare ossigeno a un settore che per il Piemonte è strategico”.

“Draghi dimostri che la musica è cambiata”

Presidente e assessore si aspettano che “il presidente Draghi dimostri che la musica è cambiata,che il nuovo Governo conosca e capisca i problemi della vita reale e che come primo atto avvii immediatamente i ristori per lo sci”. Per questo motivo verrò trasmessa al premier una memoria con le istanze urgenti che la Regione chiede al Governo su questo argomento, come l’attivazione immediata dei ristori che gli operatori del settore attendono da mesi (parametrati sul modello francese, che prevede un ristoro di circa il 50% dei ricavi annuali), ma anche un ulteriore indennizzo per le cinque false partenze subite dal comparto fin dall’avvio della stagione invernale (la prima per il ponte dell’Immacolata, poi ancora il 20 dicembre, il 7 e 18 gennaio e il 15 febbraio), che hanno causato un aumento dei costi fissi del 20%.

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