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Tessile biellese prova a ripartire, ma Prato si oppone

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Tessile biellese prova a ripartire, ma Prato si oppone.

Tessile biellese prova a ripartire, ma Prato si oppone

Il distretto tessile biellese prova a ripartire, ma arrivano le proteste dei “colleghi” di Prato che bloccano tutto. E così tutto è rinviato al 4 maggio. Questo l’intervento del consigliere regionale Michele Mosca (Lega Nord):  “Se il PD piemontese ormai da un mese continua a urlare la stessa filastrocca attaccando la Regione Piemonte ma non morde, quello toscano riesce a fare decisamente peggio causando danni economici alla già fragile economia di questo periodo di quarantena. Il sistema Biella composto da Prefettura, Unione degli industriali e mondo sindacale si è mosso con capacità ed intelligenza utilizzando il Decreto di Aprile del Governo che permettere alle aziende “di rilevanza strategica per l’economia nazionale” integrato con un apposito protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, consentendo l’apertura di circa 160 aziende con il rientro di 2500 lavoratori nella giornata di giovedì scorso. Purtroppo la notizia è durata lo spazio di un turno lavorativo e a causa del richiamo del Governo le aziende hanno dovuto nuovamente sospendere l’attività. Il sindaco di Prato ed il Governatore della Regione Toscana, entrambi del PD, evidentemente incapaci di governare il loro territorio, dove nel solo distretto pratese l’86% dei produttori di moda ha un titolare cinese e dove spesso le cronache ci raccontano che si lavora al limite della legalità in aree ormai diventate zone franche dai controlli delle Forze dell’Ordine, si sono lamentati del risultato ottenuto nel biellese e invece di chiedere e copiare le modalità che hanno condotto a questo risultato, hanno chiesto al Governo di intervenire facendo chiudere le aziende del nostro distretto, complimenti, un’ottima strategia per minare un settore già fortemente in crisi da anni. Questo è il partito che governa il Paese assieme ai 5 stelle che invece di trovare soluzioni per far ripartire l’economia è in balia di una Europa matrigna, promette soldi finti e blocca le iniziative volte a ridare respiro e dignità ad un settore fondamentale per l’Italia”.

 

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