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Trivero, l’opposizione sui nuovi migranti: ”Il caso in consiglio”

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Contrasti e dissapori dopo l’annuncio del Comune di voler aderire a un progetto Sprar

L’accoglienza ai migranti è tema spinoso che, in più occasioni, divide creando contrasti e dissapori.

Non fa certo eccezione Trivero, dove il Comune ha recentemente annunciato di voler aderire a un progetto di tipo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) finalizzato a ospitare 12 persone. Al progetto sta lavorando l’assessore Elisabetta Prederigo: «Siamo in piena fase progettuale, c’è tempo fino a fine ottobre per poter presentare la candidatura e stiamo definendo tutta la documentazione». Poi si concentra sull’obiettivo del progetto: «L’intento è avere una gestione più diretta di questo fenomeno anche per evitare di dover subire decisioni dall’alto, come è accaduto l’anno scorso per i ragazzi oggi ospitati a Mazzucco. Pensiamo a un progetto che sia significativo per il nostro territorio: puntiamo su un numero sostenibile di persone in modo da poterle seguire bene e inserire nel nostro contesto».

E sulla gestione aggiunge: «Stiamo pensando a un progetto allargato, sarà importante l’apporto delle associazioni. Al momento stiamo sentendo i possibili enti gestori».
Attende di capire meglio l’intervento progettuale del Comune il consigliere Fulvio Chilò di “Un futuro per Trivero” e segretario di Lega Nord: «Visto che l’amministrazione ha sempre parlato di essere aperta a un confronto, mi aspetto che il progetto prima di essere presentato venga discusso in consiglio. La prima impressione è che con lo Sprar ci sia ancora una volta una gestione data in mano a cooperative e associazioni, e non diretta da parte del Comune. Non capisco perchè poi bisogna per forza cercare altri immigrati visto che il nostro territorio già li ospita».

Sull’argomento interviene anche l’ex consigliere comunale Piero Casula, questa volta nelle vesti di privato cittadino: «Ho visto che il Comune si sta preoccupando di portare altri migranti a Trivero. Non ce l’ha assolutamente con i profughi, ma piuttosto che lo Sprar preferirei vedere da parte del Comune uno sforzo maggiore per i tanti triveresi che sono in difficoltà: parecchi nostri ragazzi devono trovare lavoro fuori zona. E non credo che la cosa si risolva patrocinando un corso su come fare il curriculum vitae… E’ anche vero che sono stati attivati i voucher, ma solo per due ragazzi. Poi trovo assurdo che la nostra amministrazione continui a rimanere in silenzio sui mancati servizi all’ex ospedaletto, mentre la Valsesia scende a Torino a protestare per il Country Hospital». Torna poi sulla questione migranti: «Si parlava di 2,5 o 3 profughi per ogni mille abitanti: visto che ne abbiamo già una decina perchè bisogna accoglierne altri dodici? Queste persone sono vittime due volte: prima della situazione nei loro Paesi, e adesso del business che viene fatto in Italia per la loro accoglienza. Vorrei infatti ricordare che anche i centri Sprar hanno bisogno di un ente gestore, cooperativa o associazione che sia. L’unica differenza è che l’ente lo sceglie il Comune, e siamo in curiosa attesa di sapere chi saranno i fortunati…»

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