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«Trivero, paese dissanguato da gente che nessuno ha mai eletto»

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Luigi Trabaldo Lena spara a zero contro Asl, Provincia, Poste Italiane e compagnie petrolifere

Un paese dove le decisioni prese dall’alto finiscono, anno dopo anno, per impoverirlo. Questa l’istantanea, impietosa, che l’ex dirigente sindacale Luigi Trabaldo Lena disegna per Trivero. 

Attivo anche nel sindacato pensionati e ora referente dell’Aisla, Trabaldo affida a una lettera aperta le sue riflessioni. In apertura elenca i servizi tagliati che hanno di fatto impoverito il paese:

«Distributori di carburante a Trivero: erano sei anni fa ora ce n’è uno. Uffici postali: chiuso quello di Pratrivero, poi anche anche gli altri a orario ridotto, infine consegna posta a giorni saltuari (e in genere solo per pubblicità) Capitolo strade: sulle provinciali ormai è come essere in un autodromo: tutti corrono a velocità incredibili, nessun cartello che ricordi i limiti o gli attraversamenti pedonali (quei pochi che ci sono); nessun controllo, così la gente si abitua ad andare senza badare alla velocità.  Buche, avvallamenti e cose di questo genere sono all’ordine del giorno. La strada per Portula: e chi se la ricorda? Solo noi che ne avremmo bisogno… Nei servizi sanitari: tolta la  presenza ospedaliera, tolta la lungodegenza, tolto il punto di primo intervento, cosa resta? Il 118 con un medico dopo averlo assicurato in primavera adesso lo promettono l’anno prossimo… e così si allunga il brodo da parte della Regione. E’  poi notizia di questi giorni che la Provincia ha deciso che l’istituto alberghiero vada spostata a Mosso; a nulla valgono le parole di grande sensibilità del gruppo Zegna o le controdeduzioni del sindaco (questo sì eletto dai cittadini). C’erano cinque banche, ora ne restano tre». 

Tutti fatti che, a giudizio di Trabaldo Lena, hanno un dato comune: «Le decisioni che hanno prodotto e producono il peggioramento delle condizioni di vita di noi cittadini delle periferie dell’impero, sono state prese da soggetti lontani da noi, da persone che noi non conosciamo direttamente e loro non conoscono noi se non da un punto: i servizi che abbiamo sul nostro territorio costano».

A nulla servirebbe non votarli, visto che nessuno li ha mai eletti: «Chi elegge i dirigenti delle poste? Chi elegge gli assessori della regione? Chi elegge presidente ed assessori della Provincia? Chi elegge i dirigenti delle Asl? Noi cittadini no! Noi siamo chiamati solo a pagare le tasse (salvo gli evasori che poi utilizzano lo stesso i servizi). Noi siamo  “condannati” a pagare i disservizi, le chiusure sportelli ed ambulatori. Noi siamo costretti a fare chilometri per recarci nei luoghi dove ci costringono per salute, pratiche e via dicendo. Si leggeva sul giornale che sono stati promossi i bilanci dell’Asl Biella: non era il bilancio della eliminazione o riduzione delle interminabili code delle liste di attesa per visite, ricoveri o case di riposo. No: si era ridotto da 12 a 4 milioni il deficit economico… E già: perchè la sanità è una azienda che fa affari non che cura le persone… Pensavate che il primo bene di un Paese civile fosse la salute ed il benessere dei cittadini? Sbagliato: sono i soldi il primo bene. Infatti la Regione Piemonte ha aumentato gli stipendi ai direttori generali non per le cose che elencavo prima, ma al contrario perchè tengano sotto controllo i bilanci. Le persone vengono dopo… forse. Questo è il risultato di una politica dove chi dirige non è più eletto dai cittadini. Si eleggono tra di loro. E adesso vogliono pure farsi un Senato di nominati autorizzati a fare il doppio lavoro: consigliere regionale e sanatore; sindaco e senatore. E Chi paga siamo sempre noi. Si chiama democrazia? Questa cosa..?» 

Amare riflessioni che in qualche modo toccano tutto il Triverese, e non solo.

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