Attualità
Vaccinazioni lumaca, finiremo a dicembre 2023. L’allarme dei medici pensionati
Vaccinazioni lumaca, finiremo a dicembre 2023. L’allarme dei medici pensionati. Ne è convinto Umberto Bosio, residente a Valdilana e presidente regionale della Federazione sanitari pensionati. Il quale ha scritto una lettera aperta al nuovo ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e per conoscenza al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Vaccinazioni lumaca
Con un appello a entrambi: si cambi sistema e si lasci fare alle Regioni, ma con criteri diversi. Ecco la lettera.
«Stimato ministro, è ormai di tutta evidenza che il piano governativo di vaccinazione contro il Sars-CoV 2 è clamorosamente fallito per le ingenuità e la faciloneria commesse in sede contrattuale dai vertici dell’Unione Europea e soprattutto per l’incapacità organizzativa dell’attuale perseverante gestione commissariale.
LEGGI ANCHE Vaccinazioni: aperte le prenotazioni per i più anziani
L’altro giorno, con l’ennesima improvvisa decisione di rinviare ancora l’apertura degli impianti per gli sport invernali, abbiamo avuto un anticipo della tanto promessa discontinuità sull’approccio delle emergenze che affliggono il nostro paese da parte del nuovo esecutivo. Per decreto, la stagione sciistica invernale potrà proseguire sull’erba nella tarda primavera!
Fatta questa amara premessa, vorrei richiamare con forza la sua cortese attenzione sull’opportunità di permettere alle Regioni di poter gestire autonomamente la vaccinazione dei propri cittadini, perché anche quando ci saranno scorte sufficienti di vaccino l’attuale sistema organizzativo nazionale non potrà garantire ritmi di somministrazione consoni a raggiungere l’immunizzazione dell’ottanta per cento della popolazione.
Obiettivi
Obiettivo che, di questo passo, raggiungeremo forse alla fine del 2023, con il rischio di dover richiamare a vaccinazione nel 2022 i primi immunizzati in questo inizio di anno, i quali nel frattempo avranno esaurito la copertura immunitaria. Quindi un continuo inutile inseguimento del virus senza mai raggiungerlo e fermarlo.
Immunizzare comunità
Fatta salva l’assoluta necessità di terminare di immunizzare tutti i sanitari iscritti ai rispettivi ordini professionali, è necessario rivedere la scala di priorità dei soggetti da vaccinare, perché la suddivisione in fasce di età non ha nessun senso né clinico né epidemiologico in quanto, come dimostrato dalle statistiche, sono le fragilità e le comorbidità a rendere le persone più a rischio di contrarre la malattia in forma grave.
Segnalazioni
Quindi proponiamo da subito l’inserimento nella nuova fase 1 e la segnalazione ai servizi delle Asl da parte dei medici di medicina generale di questi pazienti e la capillarizzazione sul territorio dei punti vaccinali, convinti e sicuri che solo una rapida immunizzazione della quasi totalità della popolazione ci possa dare la garanzia di un altrettanto rapido ritorno ad una vita normale. Riteniamo quindi inutile individuare la fascia degli ultraottantenni, in quanto rientrano già inevitabilmente tra i portatori di fragilità e patologie.
In alternativa, lo Stato getti la spugna e dia semplicemente la possibilità alle persone che devono lavorare per vivere di comprarsi il vaccino, in farmacia o direttamente presso le case farmaceutiche. Certamente non è con le continue chiusure o con i confinamenti richiesti dagli scienziati mediatici ed esternatori virali che potremo vincere il virus. Con l’augurio di buon lavoro invio distinti saluti».
Umberto Bosio
Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook