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Varallo, le scuole saranno intitolate al Tanzio

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Artista attivo nei primi tre decenni del Seicento e nato ad Alagna

Sarà intitolato ad Antonio D’Enrico detto Tanzio da Varallo l’istituto comprensivo di Varallo. La scuola di piazza Gaudenzio Ferrari ha scelto di rendere omaggio al grande artista valsesiano di inizio Seicento intitolandogli, oltre alla scuola secondaria di primo grado che già portava il suo nome, anche quella dell’infanzia e la primaria. «Sono ormai parecchi anni – spiega la maestra Cristina Marrone – che si pensa a una intitolazione per il nostro istituto e tra le varie ipotesi ci è apparsa più significativa quella di scegliere un personaggio come Tanzio da Varallo che con la sua opera ha dato lustro alla nostra città».

Qualche anno fa l’amministrazione comunale aveva ipotizzato di intitolare le scuole cittadine alla scrittrice, giornalista e attivista italiana Oriana Fallaci. Poi la proposta è stata accantonata e oggi la scelta è ricaduta sul pittore valsesiano al quale saranno ispirate molte delle attività formative indirizzate ai ragazzi. Il tutto diventa più significativo perché quest’anno si celebrano gli ottant’anni della sede delle scuole dell’infanzia e della primaria in piazza Gaudenzio Ferrari. L’edificio infatti cominciò a ospitare insegnanti e allievi il 21 aprile del 1937.

«La scuola di Varallo – aggiungono le maestre – è nel cuore di chi ci lavora a tutti i livelli, di chi l’ha frequentata e la sta frequentando, di chi l’ha conosciuta tanti anni or sono e di chi la vedrà in futuro. È il cuore pulsante della città, è luogo non solo di istruzione ma anche di incontro che continua imperterrita la sua missione riuscendo persino ad apparire ringiovanita. Il regalo di compleanno doveva essere speciale: cosa di meglio di un nome, finalmente, che fosse speciale. Ecco che dalle tele della Pinacoteca, dalle cappelle del Sacro Monte, dagli altari delle chiese e dai libri emerge il nome giusto, quello di un artista così moderno negli anni in cui visse, così attuale, così ricco di vivacità e colore da essere perfetto. La nostra scuola si chiamerà come lui e vorrà, come fu la sua, essere “bottega” di menti eclettiche e duttili, capaci di lasciarsi coinvolgere dalla modernità rimanendo ancorate alla tradizione».

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