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Borgosesia, otto volontarie garantiscono il “beauty center” in casa di riposo. LE FOTO
Un servizio che viene garantito ogni giovedì pomeriggio alle ospiti di Sant’Anna.
Borgosesia, otto volontarie garantiscono il “beauty center” in casa di riposo. Un servizio che viene garantito ogni giovedì pomeriggio alle ospiti di Sant’Anna.
Borgosesia, otto volontarie garantiscono il “beauty center” in casa di riposo
Da più di cinquant’anni la Casa di riposo di Sant’Anna è un fiore all’occhiello per la qualità dei servizi offerti agli ospiti. Il giovedì, dalle 14, otto parrucchiere volontarie (Mirella, Magda, Claudia, Maria Pia, Maria Rita, Mariella, Assunta e Francesca) si rendono disponibili nel “Salone di bellezza” della Casa per tagliare capelli, pettinare, mettere il colore e anche per manicure e smalti.
Tutti i volontari, circa una sessantina, fanno parte dell’associazione Amici di Casa Sant’Anna, presieduta dall’avvocato Fiorella Lovato. Ciascuno ha modo di mettere a frutto i propri talenti: chi legge, chi insegna a far maglia o disegnare, chi semplicemente offre un po’ di compagnia e un contatto umano. Il servizio di “bellezza” esisteva già prima del Covid, poi con la pandemia aveva dovuto interrompersi, riprendendo ora con nuove volontarie.
Volontarie di Borgosesia, Quarona e Varallo
Le parrucchiere di oggi sono di Borgosesia, Quarona e Varallo: hanno accettato di donare il loro tempo e professionalità agli ospiti di Sant’Anna. Le loro motivazioni sono molto diverse, a seconda dell’esperienza di vita. Per molte ha significato mantenere i contatti con una professione scelta ed amata, che dà l’opportunità di stare vicino alle persone. Tutte concordano sul fatto di ricevere molto più di quanto offrono e di avvertire una grande malinconia quando vedono qualche signora regredire, o non venire più, perché le sue condizioni sono peggiorate.
Sembrerebbero cose frivole, ma per gli ospiti la cura del proprio aspetto è importante nella coscienza del sé, fa sentire bene e ricollega con la vita di “fuori”, quando questi appuntamenti erano regolari e scandivano le settimane. Molte signore si preoccupano di dover pagare il servizio e quando sentono che le parrucchiere sono volontarie dicono che non è giusto, perché lavorano troppo.
“Come essere in albergo”
Poiché la casa ospita centocinque persone, delle quali almeno ottanta sono donne, la “messinpiega” può essere prenotata ogni quindici giorni, per dar modo a tutte di accedervi. Ogni settimana si riescono ad accontentare una ventina di persone: ci sono momenti in cui il salone è così affollato da non avere posti liberi. Si fa anche “Pet therapy” con Aki, il cucciolo shitzu di Maria Rita, otto mesi di vivacità affettuosa.
Le signore si presentano al salone vestite con cura e ciascuna sfoggia qualche accessorio appropriato, e naturalmente hanno la borsetta con il telefono, un filo che collega con il mondo esterno, ma soprattutto con gli affetti. La signora Clelia ha novantasette anni, è entrata nei mesi terribili del Covid: «Mi sembra di essere all’albergo: ho un figlio e una figlia, nipoti e già tre bisnipoti e sta per arrivare il quarto a luglio, ho lavorato in Manifattura e poi seguito mio marito nei vari incarichi di lavoro. Quello che desidero è non morire da viva, cioè vivere fino a quando sono in sentimento, altrimenti si diventa un vegetale».
Il concorso fotografico
Le tante iniziative che animano Casa Sant’Anna ripropongono le specificità che scandiscono una giornata in famiglia: dal giardinaggio, alla televisione, ad attività manuali, al gioco delle carte, al disegno.
Recente è stata la partecipazione a un concorso nazionale: “Vivere la bellezza, attraverso le fotografie di donne che hanno segnato un momento importante nella storia”. Il concorso fotografico prevedeva di far “rivivere” la donna scelta in uno “scatto fotografico contemporaneo” accostato allo “scatto originario”, in un gioco di richiami e somiglianze.
Le parrucchiere avvalendosi anche di trucchi appropriati, hanno trovato tre signore che ricordano Margherita Hack, Rita Levi Montalcini e Tullia Zevi, traendone materiale che è stato inviato al concorso. Maria Luisa, che assomiglia all’astrofisica Margherita Hack, è qui da tre anni, prima della pensione lavorava in mensa in filatura a Grignasco: «Mi trovo molto bene ed apprezzo questo servizio che mi permette di variare pettinatura: ogni tanto li faccio ricci, altre volte li tengo lisci, a seconda dell’umore». ù
Mi mostra un libro con dei mandala da colorare e un astuccio pieno di pastelli: «Ci devono essere tutte le tonalità”: proprio come nella vita». «Mi chiamo Gens Maria, ma tutti mi chiamano Enrica, mio figlio mi viene spesso a trovare e io mi preoccupo sempre che mangi a sufficienza». Alcune storie di vita sono davvero commoventi, come quella di Angela Maria, nata ad Omegna, che ha perso il marito di 47 anni, investito da un’auto mentre stava lavorando, rimase sola con una bambina piccola che allevò con tanto lavoro e tanto amore: «Lei mi dà proprio tante gioie».
Piera Mazzone
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