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«Ma il ponte è finito così?» Dubbi sui lavori al manufatto di Doccio
A Quarona l’opposizione solleva interrogativi sui lavori da poco conclusi.

«Ma il ponte è finito così?» Dubbi sui lavori al manufatto di Doccio. A Quarona l’opposizione solleva interrogativi sui lavori da poco conclusi.
«Ma il ponte è finito così?» Dubbi sui lavori al manufatto di Doccio
Scarsa protezione nella sezione centrale del ponte di Doccio? A sollevare perplessità sui recenti lavori di ristrutturazione del viadotto sono stati i consiglieri del gruppo di minoranza in occasione dell’ultima assemblea civica di Quarona.
L’argomento è stato affrontato nel corso della seduta della scorsa settimana: i consiglieri di Quarona Insieme hanno espresso i dubbi evidenziati dalle segnalazioni di due cittadini. «Sebbene le travi poste al di sotto della strada siano state rinforzate, si è notato che nella parte di ponte che attraversa il fiume non è stata realizzata alcuna protezione delle parti circostanti come invece fatto nel settore verso la sponda di Quarona» dicono Gianluca Macario, Pierangelo Perincioli, Morgan Bozzo Rolando e Giuseppe Mognetti.
Problemi sulla durata
«Inoltre crediamo non siano state trattate adeguatamente le armature parzialmente in vista e i punti di scarico delle griglie di recupero delle acque piovane. Questo è importante poichè durante il periodo invernale sulla superficie stradale vengono sparse discrete quantità di sale, per garantire la sicurezza degli utenti, ma che, nel tempo e con l’azione dell’acqua piovana, vanno a intaccare la parte superficiale delle strutture in calcestruzzo. Non si può dire che questo possa compromettere la stabilità del ponte tuttavia, sul lungo periodo, potrebbe avere ripercussioni sulla durata della struttura».
Per i consiglieri di minoranza è una mancanza «al di là del fattore estetico. Riteniamo infatti fosse necessario operare anche nella parte centrale, come fatto sulla sponda verso Quarona, perché tale “intonaco” oltre a rendere più apprezzabile il ponte, assicura una maggiore durata delle strutture esposte diventando a tutti gli effetti un intervento di recupero strutturale, anche se solo superficiale. Senza dimenticare che i lavori sono costati complessivamente un milione e cinquecentomila euro».
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