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Nuovo stop sull’antenna a Valmaggiore: serve l’ok della Soprintendenza
La Regione chiede di abbassare di due metri la struttura. Ma secondo i tecnici questo ne comprometterebbe le prestazioni.
Nuovo stop sull’antenna a Valmaggiore: serve l’ok della Soprintendenza. La Regione chiede di abbassare di due metri la struttura. Ma secondo i tecnici questo ne comprometterebbe le prestazioni.
Nuovo stop sull’antenna a Valmaggiore: serve l’ok della Soprintendenza
Resta al momento sospeso il progetto per la realizzazione di una antenna per telefonia mobile e 5G a Valmaggiore. Un parere negativo espresso in ambito regionale, con una richiesta di revisione dell’impianto per ragioni paesaggistiche, è stato contestato dalle società realizzatrici, e sarà ora la Sovrintendenza a dover dirimere la questione e definire il futuro dell’antenna. A Quarona, e in particolare nella frazione, ora si attende di conoscere quale sarà la decisione.
La realizzazione della struttura nella frazione rientra nel Piano Italia finanziato dall’Unione Europea (con fondi Pnrr) che si pone l’obiettivo di coprire aree attualmente mal servite e che sono a basso interesse di mercato da parte delle compagnie, che non prevederebbero quindi investimenti specifici. L’obiettivo è garantire una copertura 5G ad altissima velocità entro il 2026. L’antenna (alta trenta metri) sorgerà su un terreno pubblico in Canton Martinone, dall’uscita di Valmaggiore in direzione del bivio per Lovario.
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Struttura troppo alta?
Un primo stop alla realizzazione si era avuto con il passaggio alla commissione paesaggistica del Comune di Quarona che aveva rinviato il progetto chiedendo di predisporre una maggiore mimetizzazione dell’impianto. Una prima modifica che prevedeva una revisione da sottoporre per una nuova valutazione. Il secondo stop arriva invece in ambito regionale: la richiesta è di abbassare l’antenna di due metri, sempre per questioni di impatto paesaggistico, richiesta a cui le società realizzatrici hanno replicato non sia possibile per mantenere i criteri di efficacia dell’impianto.
La palla passa dunque alla Sovrintendenza per il responso conclusivo. I tempi di realizzazione dell’impianto sono dunque destinati a slittare.
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