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Cronaca

Gattinara, fuori pericolo la donna che aveva bevuto candeggina

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Alla base dell’incidente uno scambio di contenitori

Buone notizie per la donna di 67 anni di Gattinara che nei giorni scorsi era stata ricoverata in ospedale per aver ingerito candeggina inavvertitamente: la casalinga sta meglio e ha potuto tornare a casa. «E’ stato un incidente domestico – spiega ora la donna -. Avevo conservato un po’ di candeggina in una bottiglietta dove solitamente si mette l’acqua. A distanza di tempo mi sono poi dimenticata che all’interno non c’era più acqua e l’ho ingerita inavvertitamente, ma non di certo mezzo litro come è stato detto in un primo momento».

Immediata la sensazione di aver ingerito qualcosa di tossico: da qui la corsa in ospedale e le cure del caso con la necessità di ricorrere anche alla camera iperbarica del centro “I cedri” di Fara Novarese per un trattamento di ossigenoterapia. Il decorso clinico è proseguito poi all’ospedale Santi Pietro e Paolo di Borgosesia. «Ringrazio il personale medico che mi ha seguito – spiega -. Ora per fortuna sto bene, ho rischiato la vita perchè mi sono rovinata lo stomaco. Ma posso tornare a casa».

La donna allo stesso tempo vuole però precisare che «il mio è stato un incidente domestico», come era stato anche riportato nell’articolo di Notizia Oggi pubblicato giovedì. Ma le voci si rincorrono e a volte ingigantiscono i fatti, o attribuiscono intenzioni che non ci sono: «Il mio errore è stato mettere la candeggina in una bottiglietta da mezzo litro dell’acqua. Non volevo di certo farmi del male». Insomma un incidente domestico, ma adesso la donna ha potuto tornare a casa e riprendere la sua vita.

Di certo la terapia che le ha salvato la vita non è stata di quelle più consuete: a Fara si sono usati i ritmi di decompressione che vengono usati dai sommozzatori della Marina militare degli Stati Uniti, o comunque qualcosa di simile. E non per pochi minuti: la terapia è durata sei lunghe ore. Del resto, la camera iperbarica in alcuni casi di grossi deficit e scompensi cardiorespiratori è l’unica via percorribile dal personale sanitario: e così è stato per la casalinga di Gattinara, che per qualche ora se l’è vista brutta. Ma che, superata la fase critica, ha potuto tornare a casa per fare convalescenza.

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