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Cronaca

Paziente accende una sigaretta, incendio in una camera dell’ospedale di Vercelli

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Adesso l’uomo è in gravissime condizioni al Cto

Incendio nell’ospedale di Vercelli provocato da un paziente che si è acceso una sigaretta. Ieri pomeriggio nel reparto di pneumologia al sesto piano si è innescato un fuoco in una delle quattro camere di degenza. L’Asl spiega che «uno dei pazienti ricoverati, mentre stavo eseguendo una terapia con ossigeno erogato tramite cannule nasali, ha acceso una sigaretta e, violando il divieto, ha iniziato a fumare; in stanza con lui anche altri due pazienti che stavano riposando. Ne è derivata nell’immediato una combustione, fenomeno tipico che si scatena quando vengono accese sigarette in atmosfere arricchite di ossigeno. L’uomo L. A., 69 anni residente nella casa di riposo di Piazza Mazzini a Vercelli, si trova in rianimazione: è in gravi condizioni, intubato, sedato, in prognosi riservata al Centro Grandi Ustionati del Cto di Torino. Gli altri due pazienti non hanno subito conseguenze e sono stati – insieme agli altri degenti presenti nell’ala coinvolta –  spostati temporaneamente in chirurgia.

 

Ad accorgersi tempestivamente di quanto stava accadendo è stata una infermiera di turno, subito supportata da un medico presente in quel momento in reparto; quest’ultimo è riuscito a domare prontamente le fiamme con l’estintore di dotazione.  Subito dopo, insieme, hanno portato via tutti i degenti dalla stanza. Successivamente sono poi intervenuti gli operatori della squadra antincendio aziendale e i vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza i locali e effettuato tutti i rilievi necessari.  

 

La camera in cui si è sviluppato l’incendio è stata posta sotto sequestro. Per precauzione tutta l’area coinvolta al momento è stata sgombrata per consentire la pulizia e far sì che l’ambiente possa essere adeguatamente arieggiato. La situazione è sotto controllo. Nell’arco di un paio d’ore – quando gli spazi saranno tutti nuovamente agibili –  verrà ripristinata la naturale collocazione di tutti i pazienti». 

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