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Cronaca

Sequestrati molti esemplari di animali imbalsamati

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In un’azienda di Barengo trovate pelli di lontra e leopardo, oltre a un carapace di tartaruga di mare e altre specie

Il 23 agosto i carabinieri della forestale di Carpignano Sesia sono intervenuti nel comune di Barengo per effettuare un controllo presso la sede di un’azienda faunistico-venatoria. A seguito del controllo sono stati ritrovati un significativo numero di pelli ed esemplari imbalsamati di fauna selvatica, sia di specie autoctone che alloctone. Più in specifico sono state ritrovate quattro pelli di lontra, una pelle di leopardo, un carapace di tartaruga di mare, oltre ad esemplari imbalsamati di anatidi di vario genere (marzaiola, fistione turco, fischione, mestolone, oca facciabianca, orco marino) e di mammiferi imbalsamati interi (puzzola e tasso). Tutti gli esemplari erano tenuti all’interno dell’azienda. Di nessuno di essi il titolare era in grado di presentare titolo idoneo a legittimarne la detenzione e comprovarte la lecita acquisizione. Tutti gli esemplari ritrovati sono stati sottoposti a sequestro e il titolare dell’azienda, residente in provincia di Varese, denunciato alla procura della Repubblica presso il tribunale di Novara. Il sequestro è stato convalidato.

Per la detenzione del carapace di tartaruga marina, la pelle di leopardo, la marzaiola e le pelli di lontra è scattata la denuncia per la detenzione in violazione alla normativa Cites (che tutela animali e piante in via di estinzione). Si tratta, per tutte le specie, di esemplari di allegato A Cites (al massimo livello di protezione). Per la detenzione di tutti gli altri esemplari, è scattata la denuncia per la violazione della legge caccia, in quanto trattasi di fauna omeoterma autoctona, tutelata come patrimonio indisponibile dello Stato. Per tre delle specie di fauna selvatica ritrovate, la lontra, la puzzola e il fistione turco, la violazione è aggravata dall’essere esemplari di fauna particolarmente protetta.

Inoltre è stata sottoposta a sequestro amministrativo anche una tagliola, anch’essa ritrovata all’interno dell’azienda. Le sanzioni, per quanto di natura contravvenzionale, sono gravi. Per la detenzione illecita di speci Cites è prevista la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 15mila euro a 150mila. Non si tratta del primo importante caso di sequestro di fauna protetta avvenuto in provincia. Ciò è indice del fatto che la violazione alle normative in materia di fauna e flora in via di estinzione ha un livello di diffusione molto ampio. Per tali ragioni, l’azione di contrasto sarà sempre più potenziata, sfruttando al meglio la preparazione specialistica propria dei carabinieri della forestale, indispensabile in tale azione di polizia.

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