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Cronaca

Sfruttamento del lavoro: due imprenditori sottoposti all’obbligo di dimora

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Cigliano: reclutavano personale impiegandolo nell’assemblaggio di componenti plastiche e pagandolo con stipendi da fame

A Cigliano, i carabinieri e i colleghi del nucleo dell’ispettorato del lavoro di Vercelli hanno denunciato M. F., 41enne residente a Saluggia e gravato da precedenti penali per reati contro la persona, la famiglia e la fede pubblica, e C. A., 38enne residente a Cigliano, gravata da precedenti per reati contro la persona, perché responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Grazie allo sviluppo di informazioni acquisite circa il possibile sfruttamento di lavoratori presso un capannone industriale ubicato a Cigliano, a conclusione di servizi di osservazione e controllo, i militari, anche grazie concordanti dichiarazioni testimoniali, hanno accertato che i due, in qualità di datori di lavoro, approfittando dello stato di bisogno di persone disoccupate, reclutavano svariati lavoratori, impiegandoli nell’assemblaggio di componenti plastiche per giocattoli e automobili e sfruttandoli mediante l’elargizione di retribuzioni minime, palesemente difformi da quelle previste dai contratti collettivi nazionali e sproporzionate alla quantità e qualità del lavoro prestato e sottoponendoli, altresì, a condizioni di lavoro e situazioni degradanti in violazione delle norme in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro.

Nel medesimo contesto, veniva altresì appurato che C. A. ed M. F., benché non iscritti alla Cciaa dal 15 settembre 2016, avevano rispettivamente impiegato cinque persone quali lavoranti a domicilio più altre undici, omettendo di fargli sottoscrivere un regolare contratto di lavoro. Pertanto, nelle more di ulteriori valutazioni della magistratura, veniva emesso a loro carico un provvedimento amministrativo di sospensione dell’attività imprenditoriale e venivano contestualmente comminate sanzioni amministrative per l’importo rispettivo di 12mila e 18mila euro. Mercoledì i carabinieri hanno dato esecuzione alla misura cautelare personale dell’obbligo di dimora nel comune di Cigliano e dell’obbligo di presentazione alla procura generale emessa il 29 aprile dall’ufficio del Gip presso il locale tribunale su conforme richiesta della procura della Repubblica di Vercelli, che concordava pienamente con le risultanze investigative prospettate dai reparti operanti, nei confronti dei predetti, perché responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

A conclusione di ulteriori approfondimenti investigativi connessi alla disamina di copiosa contabilità irregolare attestante le prestazioni dei singoli lavoratori in nero, i carabinieri hanno ricostruito a carico dei suddetti indagati un grave contesto indiziario configurante l’emersione di un importante quadro di lavoro irregolare riconducibile ai medesimi, che prendendo in locazione porzioni di un immobile ubicato a Cigliano e adibito a capannone industriale, avevano reclutato, senza regolare assunzione, numerosi lavoratori per l’assemblaggio di componenti plastiche, retribuendoli “a cottimo” e sottoponendoli a condizioni di sfruttamento, profittando del loro stato di bisogno ascrivibile a condizioni di estrema indigenza familiare.

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