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Cultura e turismo

Gli ”Anonimi” di Scopello festeggiano i 25 anni

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Il gruppo ha portato sul palcoscenico 120 persone

Venticinque anni di vita vissuta portata sul palcoscenico. C’è un po’ di tutto (canzoni, sorrisi, momenti di serietà) nello spettacolo di carnevale portato in scena dal gruppo teatrale Anonimi al centro polifunzionale di Scopello, che ha segnato il 25° anniversario dal debutto sulla scena. Un insieme di scenette e canzoni, a cui ai volti noti del paese si affianca perfino Donald Trump, attratto da Scopa per la sua frazione di nome Muro. «L’idea di organizzare un gruppo teatrale venne ad alcuni di noi – racconta il presidente Renato Colombi – volevamo fare uno spettacolo parodistico, in cui facevamo ironia sui personaggi che animano un piccolo paese di montagna come Scopello. Qualcuno però non prese troppo bene l’idea: pochi giorni prima del debutto arrivò una lettera anonima con scritto “Fate attenzione a quel che dite…” Noi non solo decidemmo di andare in scena ugualmente ma ne facemmo anche il nome della compagnia».

Negli anni il gruppo ha portato avanti la tradizione, mettendo in scena ogni anno uno spettacolo carnevalesco, dove compaiono personaggi e vicende del paese riletti in chiave parodistica, e un varietà estivo con canzoni, scenette e balletti, adatto anche a chi soggiorna a Scopello solo nei mesi estivi. «In venticinque anni – prosegue Colombi – abbiamo portato sul palcoscenico, anche solo come comparse, circa 120 persone. E abbiamo donato in beneficenza a varie associazioni qualcosa come 25mila euro, mille ogni anno. L’unico piccolo rimpianto è non lasciare qualcosa di tangibile, che possa aiutare gli altri, come ricordo di questa magnifica esperienza».

Ora l’intenzione è quella di non fermarsi. «Stiamo pensando a cosa faremo nel mese di agosto – continua, – probabilmente sarà un “best of”, una raccolta delle migliori scenette di questi anni in due weekend diversi, in modo che chi passa l’estate in valle possa vederci due volte. Il ricordo più bello? La scenetta con Ivan Urban. Eravamo reduci dalla stessa esperienza e abbiamo deciso di affrontarla insieme, con il sorriso. Me la porterò sempre nel cuore». Vedendo l’energia che si sprigiona sul palco, viene spontanea una domanda: perché proprio il teatro? «Perché è magico – risponde il presidente -. Porti in scena tutto te stesso, diventando allo stesso tempo qualcun altro. Ma poi, al di là degli spettacoli, si è creato un bellissimo gruppo, in cui si ride e si scherza e dove ognuno è pronto ad aiutare chi passa un brutto momento. Non a caso, abbiamo concluso l’ultimo spettacolo dicendo che gli Anonimi sono simili a un treno: hanno viaggiato a lungo, attraversato la pioggia e il sereno, tanti sono saliti e qualcuno è sceso. Tutti, però, hanno lasciato qualcosa di bello».

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