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Cultura e turismo

Pianista di Crevacuore presenta il suo ultimo album

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Questa sera Jacopo Mazza sul palco del Biella Jazz Club al Piazzo

Questa sera alle 21.30 al Biella Jazz Club di Palazzo Ferrero si presenta “Gravel path”, ultimo album di Jacopo Mazza, giovane pianista jazz di Crevacuore (anche se adesso vive in Lombardia).

Mazza ha una solida formazione pianistica, con un primo amore per la classica e successivi studi in ambito jazzistico. Affronta la sua preparazione in prestigiose scuole milanesi come il Centro professione musica e il conservatorio “Giuseppe Verdi”, dove ottiene la laurea magistrale in pianoforte jazz con il massimo dei voti. Studia con nomi di prima importanza sul territorio nazionale e internazionale, come Massimo Colombo, Antonio Faraò e Kevin Heys, oltre a collaborare con personalità di primo livello. Vince numerosi concorsi e con il “Wolfgang Quartet” va in un tour a Tokyo.

Ora “Gravel path” vede Mazza accompagnato da altri nomi di giovani promesse della scena jazzistica milanese: Matteo Rebulla alla batteria, Marco Rottoli al contrabbasso e Michele Caiati alla chitarra. «Si tratta di un punto sul lavoro che io e i ragazzi abbiamo fatto assieme – racconta il crevacuorese -. Abbiamo registrato tutto in una sessione di un giorno. Si tratta di cinque brani, di cui due scritti da me e tre importati del repertorio jazz, ma completamente rivisti nello stile e nell’arrangiamento».

La scelta del titolo, “gravel path” cioè “sentiero sterrato”, «sta a simboleggiare quello “sterrato spirituale” su cui tutti gli artisti si ritrovano a camminare, una strada sempre scomoda, in cui non ci si sente mai a proprio agio e in cui si vuole sempre modificare qualcosa – spiega Mazza -. È un Ep che segna il passaggio tra il lavoro precedente, ancora acerbo e molto legato alla tradizione, e un mondo nuovo che si apre del tutto alla creatività del jazz. Dei due brani che ho scritto personalmente, uno ripercorre in pieno questo concetto, mentre l’altro è creato prendendo spunto da un lavoro del celebre compositore ungherese Béla Bártock, “Mikrokosmos”».

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