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Povertà ed emarginazione nelle canzoni del 24enne varallese Diego Puzzo

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«L’obiettivo dei miei brani è far riflettere ed emozionare»

Con i suoi ventiquattro anni e una laurea in filosofia nel cassetto e una seconda in arrivo in economia, il varallese Diego Puzzo coltiva la sua passione per la musica. Da due anni allievo della Scuola Vallotti di Vercelli, dove segue il corso di jazz e blues, il giovane si è esibito a metà marzo in una serata alla Taverna D’Adda a Varallo, dal titolo “Canto… ma per chi?”.
«Ho iniziato a scrivere canzoni a 16 anni – racconta – e intanto imparavo a suonare. In futuro se ce ne fosse la possibilità, mi piacerebbe guadagnarmi da vivere con la musica».

Quella di qualche settimana fa non era la sua prima serata. Proprio pochi giorni prima si era esibito a Torino e questo lo ha aiutato a giocare in casa più serenamente.
Una volta tornato a Varallo il cantautore non avrebbe mai pensato di trovare un gruppo così folto di persone, circa sessanta, disposto ad ascoltarlo in silenzio per tutta la durata dell’esibizione. 
Non a caso il sottotitolo dell’evento era “Fare il cantautore al tempo della crisi”. Diego Puzzo, che oltre a comporre suona chitarra e pianoforte, racconta la sua arte: «Le mie canzoni sono introspettive, toccano tematiche esistenziali e sociali, povertà, emarginazione, migrazione…, ma non dimentico leggerezza e comicità in alcuni dei miei testi. Tutti nascono dalla realtà che mi circonda e che mi ha colpito, il mio obiettivo è quello di far riflettere ed emozionare: prima compongo la musica, poi scelgo le parole. E’ un processo spontaneo».

 In attesa della prossima esibizione, Internet permette di ascoltare alcune delle sue canzoni, pubblicate dall’autore su YouTube.

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