Cultura e turismo
Trapattoni ospite illustre alla conviviale del Rotary Club Orta
«Platini? Un genio, ma non sopportavo i suoi calzettoni calati»
Giovanni Trapattoni è stato ospite dell Rotary Club di Orta alla conviviale di ottobre. Il tema su cui si è discusso è stata la poliomielite. Il presidente del sodalizio Mario Sgrò ha spiegato: «“Tre mitici personaggi che fanno parte della storia del calcio mi sono rimasti impressi: “taca la bala” alias Helenio Herrera, il “Paron” alias Nereo Rocco, il “Trap” alias Giovanni Trapattoni; proprio quest’ultimo, dalle umili origini, ha saputo emergere con volontà e carattere mantenendo la modestia dell’uomo senza esaltarsi di fronte al successo. Quasi coetanei, ho condiviso con lui i momenti difficili della sua giovinezza che è stata anche la mia, ma nonostante le difficoltà di quel momento storico, siamo negli anni ’50, è riuscito con caparbietà, modestia e l’aiuto dello Sport ad occupare un posto nella storia del calcio mondiale».
Apprezzando le bellezze del Lago d’Orta Giovanni Trapattoni, accompagnato dalla moglie e da una coppia di amici fedeli, si è concesso alla stampa ed ai tanti appassionati presenti alla serata, con disponibilità e cortesia, riuscendo a toccare le corde dei commensali per la genuinità del pensiero, l’amore dichiarato più volte per la moglie (compagna di una vita e sempre al suo fianco in tutte le esperienze professionali) e la straordinaria passione – più viva che mai – per il suo lavoro. Incalzato dalle domande di Paolo Brusorio, Capo Redattore Sport de La Stampa, ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera, svelando aneddoti e “dietro le quinte” sconosciuti ai più, oppure eclatanti perché rimasti nell’immaginario collettivo come la famosa conferenza stampa da allenatore del Bayern Monaco nel ’98. “Questo signore ha marcato Pelè …” ricorda Brusorio ed allora capisci davvero che si è di fronte ad un pezzo di storia, non solo del calcio – a cui l’Italia appassionata del “più bel gioco del mondo” rende merito – ma dello Sport di tutti i tempi, quello con la esse maiuscola…. Juve, Milan, Inter sono maglie che ha indossato e società con le quali ha conquistato Campionati e Coppe. Sono vero “patrimonio” del nostro paese e ci fanno riflettere su quanta strada sia stata fatta in termini imprenditoriali perché sono oggi “eccellenze” da esportare in tutto il mondo, come succede nell’era della globalizzazione. Basti pensare a quanti milioni di persone oggi si rivolgono i “ragazzi” di Montella o di Spalletti, date le rispettive nuove proprietà asiatiche di Milan ed Inter. Le società sono aziende ed i calciatori non sono più solo semplici “ragazzi”… La memoria di Trapattoni ritorna ai tempi del Milan “In quegli anni la società aveva a cuore anche la crescita personale dei propri atleti ed affiancava agli allenamenti della squadra dei veri e propri momenti di formazione, sia con professionisti e psicologi ma anche con visite alle bellezze architettoniche e culturali della città.” E che dire della Juventus dell’Avvocato e di Giampiero Boniperti? “Il primo mi chiamava tutte le mattine alle 5,30 e mia moglie mi diceva di non rispondere perchè era troppo presto! Potete immaginare perché non potevo non farlo! Quando diceva poi era un messaggio chiaro e sapevi come e dove lavorare per migliorare. Oppure comprendevi la visione dell’imprenditore e del tifoso”. Chiede Brusorio “E’ più facile allenare un fuoriclasse o uno qualunque?” La risposta è … un inno alla goia! “Michel Platini, un genio … un talento puro, a volte indisciplinato… non sopportavo i suoi calzettoni sempre calati. Come rispondere? Negli anni mi sono appassionato all’arte pittorica. Perdonatemi il paragone ma è come estasiarsi di fronte ad un quadro. Due tre pennellate d’artista emozionano, così fanno le azioni in campo dei fuoriclasse … risolvono le partite e mandano in delirio le folle. Poi pensi che la notte precedente sei passato in camera – io lo facevo sempre con tutti i miei giocatori – per chiedere come stavano e se andava tutto bene. Nessuno di noi riusciva a chiudere occhio per la tensione agonistica… “ Il calcio moderno è cambiato ed alla domanda su quello giovanile, rivoltagli prima di cena “Secondo lei si fa abbastanza per aiutare i giovani a fare sport e non a diventare campioni, che è un’altra cosa” ha risposto facendo leva su valori forse ormai dimenticati.
“Qualche anno fa c’era un certo rapporto umano e famigliare e quello che poteva essere il rispetto dei genitori e delle persone anziane non è più. C’è un mondo che cammina molto veloce e quindi pur essendoci educazione e rispetto si è più portati a desiderare tutto e subito. Alla mia età posso non comprendere appieno, condivido la modernità e lo stare al passo con i tempi ma le esagerazioni sono fuori luogo”.
Lo sport serve da mezzo per recuperare valori. Prosegue Trapattoni “Questa sera essere stato esempio ed attrattore per una iniziativa benefica mi onora. Spero che aiuti a far capire che la nostra società deve recuperare valori per rendere più consapevoli ragazzi distratti. E’ la mia vita ma tutto sommato è un pallone, è un gioco che ci rende famosi e ci da la possibilità di aiutare anche gli altri”. Ancora spazio all’emozione, vera, che ti tocca il cuore, prima del bagno di folla finale con autografi e fotografie, quando Brusorio ha chiesto “Ora ce lo devi dire … cosa farai da grande?” La risposta rimane appannaggio degli intervenuti alla cena di beneficenza del Rotary Club di Orta, cui ha riservato parole di riconoscenza ed encomio per la calorosa accoglienza.
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