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Dalla Grecia alle “Molinette” per un trapianto urgente: salvato un 18enne

Marios era in condizioni disperate: adesso ha un fegato nuovo.

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Dalla Grecia alle “Molinette” per un trapianto urgente: salvato un 18enne. Marios era in condizioni disperate: adesso ha un fegato nuovo.

Dalla Grecia alle “Molinette” per un trapianto urgente: salvato un 18enne

Affetto dalla rara sindrome di Alagille, il 18enne greco Marios era in condizioni disperate quando, nelle scorse settimane, il suo fegato ha smesso di funzionare. Ricoverato prima ad Atene e poi trasferito in terapia intensiva a Patrasso, il ragazzo aveva un’unica possibilità di sopravvivenza: un trapianto immediato. L’allarme lanciato dall’Hellenic Transplant Organization ha trovato risposta in Italia, dove il Centro Trapianto Fegato di Torino ha accettato il caso senza esitazioni.
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La corsa contro il tempo

Quando i medici greci hanno attivato il protocollo di collaborazione con il nostro Paese, la situazione di Marios era già compromessa. Il Centro Nazionale Trapianti, insieme al Centro Regionale Trapianti del Piemonte e Valle d’Aosta, ha avviato la procedura che ha permesso di organizzare in poche ore il trasferimento.

Grazie a un lavoro congiunto tra medici, anestesisti e coordinatori sanitari piemontesi, Marios è riuscito a raggiungere Pisa con un volo militare greco. Da lì, impossibilitati a utilizzare altri elicotteri, i sanitari hanno organizzato un trasferimento via terra fino a Torino: un viaggio notturno sotto la pioggia, con un’équipe dedicata sempre al suo fianco.

L’arrivo alle Molinette e il trapianto

Giunto alla rianimazione centrale delle Molinette all’una e mezza di notte, il quadro clinico è apparso subito gravissimo. Il giovane è stato inserito in lista per un trapianto “super-urgente”. Dopo due giorni d’attesa è arrivata la notizia: un fegato compatibile era disponibile.

L’intervento, durato nove ore e guidato dal professor Renato Romagnoli insieme ai chirurghi, anestesisti e specialisti dell’ospedale torinese, si è concluso con successo. A meno di 60 ore dall’arrivo, Marios ha un nuovo fegato e sta rispondendo positivamente alle terapie, anche se resta ricoverato in rianimazione.

Un successo di collaborazione internazionale

La direzione della Città della Salute ha parlato di “un risultato che sembrava impossibile”, ringraziando anche il donatore e la famiglia per il gesto che ha salvato una vita. L’assessore regionale alla Sanità ha sottolineato come il caso rappresenti “un esempio di cooperazione internazionale e di straordinaria efficienza del sistema trapianti piemontese”.

Accanto al ragazzo, ora ricoverato a Torino e in miglioramento costante, c’è la madre, arrivata in Italia grazie al supporto del Consolato greco.

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