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Don Gianni sacerdote da 25 anni, la festa a Romagnano. LE FOTO
Circondato dai fedeli, si è raccontato durante la messa della scorsa domenica.
Don Gianni sacerdote da 25 anni, la festa a Romagnano. Ha festeggiato raccontandosi durante la messa della scorsa domenica.
Don Gianni sacerdote da 25 anni, la festa a Romagnano.
«Come impatto emotivo l’ordinazione sacerdotale è un po’ come il matrimonio, con la differenza che il sacerdote novello è solo ad affrontare l’evento e quelli successivi, compresa la scoperta del ruolo e della località della prima destinazione».
Don Gianni Remogna, parroco di Romagnano, ha festeggiato i 25 anni di sacerdozio raccontandosi durante la messa della scorsa domenica. Una scelta, quella di confidarsi con i suoi fedeli, che ha rappresentato un segno tangibile di vicinanza umana, prima ancora che spirituale.
Nella sua omelia don Gianni ha ripercorso le tappe della sua esperienza religiosa
Don Gianni è diventato sacerdote il 19 giugno 1999, ricevendo l’ordinazione dal vescovo di Novara, Renato Corti. «Già durante l’ordinazione diaconale, avevo percepito che in me era cambiato qualcosa nel profondo», ha raccontato. Nella sua omelia don Gianni ha ripercorso le tappe della sua esperienza religiosa, caratterizzata da non molti trasferimenti.
Già nel novembre dello stesso anno ebbe come primo incarico le parrocchie di Bolzano Novarese e Vacciago, sul lago d’Orta, dove rimase per 11 anni per poi essere destinato, nel novembre 2010 a Romagnano, «in una parrocchia di grande tradizione, con una chiesa abbaziale, con la Sacra rappresentazione del Venerdì Santo e con le sue antiche Confraternite».
“Un impegno grande, coinvolgente ma estenuante”
Dal 2016 al 2021, don Remogna è stato anche vicario episcopale territoriale della Valsesia, e dal 2018 ha iniziato l’esorcistato: «Un impegno grande, coinvolgente ma estenuante. Anche in questo ministero sono molto aiutato da persone senza le quali sarei in grande difficoltà», ha affermato.
Don Gianni ha distinto tra il “prima” e il “dopo” la sua scelta, ringraziando le persone che lo hanno accompagnato nel cammino, ricordando anche due momenti importanti del “prima”, le esperienze con il “Centro di aiuto alla vita” di Borgosesia e il periodo passato nella missione africana di Marsabit, in Kenya.
Doni da parrocchiani e amici
Una fiducia che è stata ampiamente riconosciuta dai parrocchiani e dai molti amici, anche non romagnanesi. «Gli enti e i consigli della parrocchia mi hanno donato delle pergamene – racconta -, mentre la comunità ha voluto omaggiarmi con un giaccone invernale. I confratelli del Corpus Domini mi hanno regalato una casula con l’immagine di San Pio, mentre le consorelle dell’Addolorata hanno contribuito a far restaurare una preziosa stola dalle monache dell’isola di San Giulio, a Orta».
«Mi ha fatto molto piacere anche l’omaggio floreale offerto alla mia mamma Carla, che aveva pregato perché uno dei suoi figli diventasse sacerdote; anche se, per questo, pensava più a mio fratello…»
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