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Cronaca

L’area di scavo di Romagnano coinvolta in un’indagine di bancarotta

In manette i fratelli Palamara, residenti nell’Aronese. Un caso di autoriciclaggio di denaro sporco che tocca la bassa Valsesia.

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L’area di scavo di Romagnano coinvolta in un’indagine di bancarotta. In manette i fratelli Palamara, residenti nell’Aronese. Un caso di autoriciclaggio di denaro sporco che tocca la bassa Valsesia.

L’area di scavo di Romagnano coinvolta in un’indagine di bancarotta

Tocca anche la Valsesia un’indagine di bancarotta e autoriciclaggio condotta dalla Guardia di finanza di Milano. In manette sono finiti nei giorni scorsi i fratelli Palamara che vivono ad Arona e Meina. Ma nell’inchiesta spunta anche il nome di un ex sindaco di Borgomanero.

A conclusione di un’inchiesta coordinata dalla pm della Dda milanese Sara Ombra, gli uomini della Guardia di finanza hanno eseguito gli arresti dei fratelli Giuseppe e Pasquale Palamara, di 48 e 57 anni, imprenditori nel settore edile e movimentazione terra. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Luigi Iannelli e le accuse, a vario titolo, sono di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’arresto dei Palamara, cui sono stati sequestrati un immobile, auto di lusso e disponibilità finanziarie per un valore di 1,3 milioni di euro, è avvenuto nell’ambito di una inchiesta in cui sono indagate altre sette persone, tra cui Giuseppe Cerutti, 86 anni, ex sindaco di Borgomanero.
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Il coinvolgimento di Romagnano

Cerutti, che fino al 2017 è stato pure presidente di Sitaf Spa (Società italiana per il traforo autostradale del Fréjus), come si evince nell’ordinanza del gip Luigi Iannelli, fino allo scorso settembre è stato il legale rappresentante di una delle società coinvolte nell’inchiesta, la Cave di Romagnano Sesia e di cui il Procuratore risulta essere stato Pasquale Palamara.

L’azienda, come si legge nel provvedimento, si occupa di estrazione di ghiaia, sabbia, argilla e altri materiali ed è è destinata a finire il liquidazione giudiziale.

Il politico, che risponde di reati tributari, è tra i destinatari del sequestro fino a una concorrenza di 280mila euro. L’inchiesta del Nucleo Pef mostrerebbe come i due fratelli abbiano pilotato il fallimento di alcune aziende a loro riconducibili attraverso la distrazione di patrimoni per impedire le azioni di recupero da parte del fisco.

Secondo gli investigatori, venivano create delle new company nel movimento terra amministrate da prestanome per riciclare il denaro proveniente dalle attività illecite.

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