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Politica

Il Movimento indipendentista valsesiano: «No a una ”grande Varallo” che ingloba i piccoli Comuni»

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Il portavoce: «Non è un miglioramento della comunità».

Sul referendum per valutare l’accorpamento di Sabbia e Varallo, interviene Marco  Giabardo, portavoce del Movimento Indipendentista Valsesiano. «Che l’accorpamento dei comuni della Comunità Valsesiana fosse una scelta obbligata, il vecchio Movimento Autonomista diventato poi M.I.V. lo diceva da molto tempo, addirittura già nel 96 la defunta sezione di Varallo della “Lega Nord per l’indipendenza della Padania” inviava alla C.M.V. un progetto, forse allora troppo futuristico, di una riduzione da 42 comuni a 6, progetto schernito non solo dalla maggioranza dei consiglieri della comunità ma fortemente bloccato dal gruppo LNpIP di Vercelli ad opera del suo segretario Fossale.

Oggi vengono proposti inglobamenti (ma dovremmo chiamarli dissoluzioni) in chiave nazionalista, cioè un più grosso comune si confisca quello piccolo andandoci poi a ricavare un benefit dallo stato, che ricordiamoci, al di là delle belle parole, poco di quel benefit andrà a risollevare il comune smembrato e definitivamente defunto, il caso di Roccapietra anche se lontano negli anni è comunque un esempio.

Questo non è un migliorare la comunità, al contrario, e la storia ne fa credito, quello che nel ventennio una cultura che ora torna alla ribalta, utilizzò per disunire le comunità e svuotare i piccoli centri, il motivo era, ed è, ancora abbastanza logico, avere il controllo su più persone possibile, un unico centro di potere politico e amministrativo, cosa che va a cozzare i maniera comica con quello che i “vostri” politici locali utilizzano ogni 5 anni per mendicare voti nella Valle, ovvero far ritornare ad abitare e prosperare tutta l’intera Valsesia.

Sabbia e la Val Mastallone sono obbligati da tempo a diventare un unico comune, su questo pochi ancora penso siano contrari, la “Val Mastallone” – Rimella, Fobello, Cervatto, Cravagliana, Sabbia, e non la “Gran Varallo”! E Varallo giustamente deve diventare un centro di amministrazione per una buona parte della Val Grande, ma non per essere il più grosso comune della provincia o tra i primi venti del Piemonte, e nemmeno per mendicare quei soldi che al contrario, dai comuni della Valsesia non dovrebbero uscire! I sindaci dovrebbe incominciare a ricordare di essere borgomastri della Valsesia e non esattori di uno stato che si regge su tasse inique e anticostituzionali.

E se proprio vogliamo parlare di incostituzionalità, anzi di furberie politiche italiane, vediamo come si procederà al referendum: Voteranno Sabbia (98 elettori) e Varallo (6.402 elettori) … Penso che per chi ha ancora un cervello in attivo non ci sia altro da dire!».

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