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Confindustria Vercelli Valsesia: «Gli imprenditori rimangono prudenti»

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Dal settore valvolame e rubinetteria le migliori previsioni

La fiducia degli imprenditori locali conosce una leggera correzione. Dopo il balzo registrato in primavera, le aspettative fino al mese di settembre tornano ad essere un po’ meno ottimistiche, in controtendenza con il sentiment registrato invece a livello regionale. Fa eccezione il comparto del valvolame e rubinetteria e più in generale quello metalmeccanico che invece migliorano ulteriormente.

 

E’ quanto emerge dalla rilevazione trimestrale a cura di Confindustria Vercelli Valsesia – in relazione al Terzo trimestre del 2017 – che mette analizza le previsioni delle aziende associate per i mesi estivi. All’analisi hanno contribuito circa 100 imprese associate, attraverso il consueto questionario articolato su una serie di parametri fissi, composto da una parte relativa a tutti i settori produttivi e da una che si concentra sulle evidenze dei principali comparti dell’economia provinciale.

 

Di seguito le principali evidenze riscontrate.

 

Il saldo tra Imprenditori ottimisti e pessimisti relativo allandamento dell’occupazione manifesta sostanziale stabilità, in quanto da 7,14 indietreggia di poco a quota 6,52, in linea con un saldo regionale a quota 7,30.

 

Anche il trend delle esportazioni resta positivo – il saldo da 6,58 indietreggia a 4,35, ma con un valore regionale che resta pari a 11 – e ciò nonostante il saldo per le previsioni relative all’acquisizione di “nuovi ordini” venga confermato in territorio negativo (a quota -6,59 con un saldo regionale che invece si mantiene positivo pari a 8,30). Di conseguenza la situazione relativa al “carnet ordini” mantiene una prospettiva di breve termine dal momento che quasi il 50% del campione ha dichiarato che sarà sufficiente a coprire solamente da 1 a 3 mesi di capacità produttiva.

 

Conseguentemente, per quanto riguarda i livelli di attività (o produzione totale), il saldo torna in territorio negativo, in quanto da 5,15 scende a -2,17, con un saldo regionale che invece resta positivo a quota 8,40.

 

Del resto, per avviare un vero e proprio circolo virtuoso occorre necessariamente che aumentino gli investimenti, anche se va sottolineato che oltre il 20% del campione abbia dichiarato che realizzerà investimenti “significativi”. Di qui, a maggior ragione, l’importanza di attuare anche a livello territoriale, il Piano Nazionale “Industria 4.0 2017-2020” varato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Va poi riscontrato un altro segnale di crescita, ovvero un ulteriore incremento della media di utilizzo degli impianti: dal 71,90% si passa al 73,98 per cento, valore che da molti mesi non veniva più raggiunto.

 

In miglioramento anche l’andamento degli incassi rispetto ai termini di pagamentoconcordati: se a marzo quasi il 63% aveva riferito di ricevere in tempi “normali” i corrispettivi, ora si parla di oltre il 73% e anche i tempi di pagamento confermano un certo miglioramento: si parla di 83 giorni da committenti privati (a marzo erano 85) e di 109 da quelli pubblici (lo scorso trimestre erano ancora fermi a 120).

 

 

 

 

 

Ancora in riduzione le aziende che dichiarano di rinunciare alla cassa integrazione: non ne farà ricorso quasi l’85% degli imprenditori.

 

Se si passa ad analizzare i singoli settori, come anticipato, il settore valvolame e rubinetteria è quello che oggi i migliori risultati: il saldo tra imprenditori ottimisti e pessimisti relativo all’andamento dell’occupazione arriva a quota 14,29 e quello per i livelli di attività addirittura a 10,71; ancora più confortante il saldo per le esportazioni che resta a quota 12,50 e quello per l’acquisizione di nuovi ordini a quota 10,71.

 

Il settore valvolame rappresenta però un segmento del comparto metalmeccanico, che, se pur in leggero calo, mantiene comunque un’impostazione generale positiva: il saldo relativo all’occupazione da 14,29 scende a 9,52 e quello per la produzione dal picco di 19,51 scende a quota 7,14. Anche le previsioni per le esportazioni si mantengono stabili con un saldo a quota 8,82 e per la redditività pari a 2,38.

 

Infine, per quanto riguarda il comparto tessile, se le aspettative per i livelli di attività non sono ancora molto confortanti, invece il saldo relativo all’occupazione da 0 conosce un balzo fino a 10.

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