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Gattinara ricorda Erika, morta troppo presto

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La giovane aveva solo 35 anni 

Gattinara si è stretta nel dolore della famiglia di Erika Zurlin, giovane 35enne deceduta a causa di un tumore, i cui funerali sono stati celebrati nei giorni scorsi. Numerose le testimonianze d’affetto verso il direttore tecnico della Asd Ekysym, e tra queste c’è quella di Anna Maria Scalcon: «Ho avuto l’onore di essere stata la sua prima insegnante di ginnastica artistica – dice Scalcon – e subito si è dimostrata una bambina di talento, brava e dotata di quella scintilla in più che si chiama passione».

Uno degli aspetti che è rimasto impresso a coloro che hanno avuto la possibilità di vivere una o più esperienze con Zurlin è la sua capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà. «Proprio lei ci ha insegnato la lezione dell’accettare come quando, dopo una terapia, mi diceva: “Sai Anna, in fondo io sono fortunata, pensa a quante persone stanno peggio di me” e poi ripartiva – conclude Scalcon – con la sua carica esplosiva alla conquista della vita e riusciva a meravigliarsi di fronte alle foto di bimbi appena nati. Erika è stata una lezione di vita, una luce che porteremo sempre con noi».

Durante il funerale Martina Pizzolla, un’istruttrice della Ekygym ha letto un saluto al termine della funzione: «Sai Erika, in queste ore sul tuo profilo ci sono tanti messaggi. Ci sono mamme che ti ricordano come una guerriera e ti ringraziano per esserci stata, per i tuoi insegnamenti. Ci sono tante foto con le tue amate bimbe, le tue, noi allenatrici a cui ha dato tutta te stessa perché si può insegnare solo quello che si è, “le parole insegnano, gli esempi trascinano” e tu, per me, sei stata un grande esempio, mi hai fatto crescere e, anche se lasci un vuoto incolmabile, già mi sembra di vederti in palestra, già, perché tu ci sarai sempre a ricordarci che ogni volta che ci impegneremo e miglioreremo i nostri risultati tu, Erika, sorriderai con noi; ogni volta che ci divertiremo nello stare insieme riderai con noi; ma anche quando qualcosa andrà male sarai lì a dirci che si può sempre ripartire, senza arrendersi mai. Oggi sei nei nostri abbracci, nelle nostre lacrime che ti vogliono dire ti vogliamo bene».

Parole simili sono state pronunciate anche da monsignor Franco Givone durante l’omelia. «Lei sapeva già quale fosse il suo male – dice don Franco – e quindi ha davvero condiviso la Croce con Cristo. Se anche il Signore ha avuto dei momenti di sconforto, chissà quanti ne ha avuti lei. Ma li ha affrontati sempre con il sorriso; non si è mai lasciata abbattere e per questo ha vinto lei. Non si è lasciata abbattere dal male fisico che, anche se ha preso il sopravvento sul suo corpo, non lo ha preso sulla sua mente; ha vinto la “buona battaglia” con la sua forza. E questo è il messaggio che lascia anche alle sue ragazze: chi vuole vincere non si arrende; chi si arrende non vincerà mai. E lei ha vinto».