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Lavoratori tessili ancora in sciopero

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Si chiede il rinnovo del contratto collettivo

Anche nel Vercellese i lavoratori tessili incroceranno le braccia venerdì. La mobilitazione è stata indetta per il futuro del contratto collettivo nazionale e per i minimi salariali che non possono diventare marginali.

Sono previste numerose adesioni anche nel Vercellese allo sciopero nazionale dei lavoratori del settore tessile-abbigliamento indetto dalla Filctem Cgil venerdì. Questa seconda giornata di sciopero – la prima era avvenuta lo scorso 18 novembre 2016 – è stata indetta per «il rinnovo del contratto scaduto il 31 marzo 2016 e per gli aumenti salariali che non devono definiti e assegnati dopo eventuali inflazioni, perché in questo modo il salario dei lavoratori tessili non vedrà nessun incremento della capacità di acquisto», spiega Daniele Bovolenta, segretario generale della Filctem Cgil Vercelli Valsesia. 

 

Soltanto nel Vercellese, sono più di 3mila i lavoratori interessati dal rinnovo contrattuale e tutti attivi in aziende rappresentative del settore a livello nazionale: alla Loro Piana (gruppo Louis Vuitton), alla Zegna Baruffa, al Lanificio Colombo, Reggiani e Comero, alla tessitura di Crevacuore. 

 

La decisone di indire una seconda giornata di sciopero è stata decisa per «battere le resistenze di Smi-Sistema Moda Italia che si è assunta la responsabilità di tenere fermo il negoziato, e quelle dell’associazione degli imprenditori calzaturieri che ci hanno proposto l’ennesima pausa di riflessione», ha spiegato Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil nazionale. 

 

I tessili devono costruire un proprio modello di relazioni industriali e un proprio modello contrattuale con un salario equo  che derivi dalla contrattazione. Ma è di diverso avviso la controparte che, con un atteggiamento sostanzialmente rinunciatario e appiattito su Confindustria, ha proposto di copiare il contratto dei metalmeccanici. In questo modo la buona abitudine ultra-decennale delle relazioni industriali dei tessili sarebbe irrimediabilmente svilita. Ed è anche per questo motivo che è stato indetto lo sciopero del 13 gennaio. 

 

C’è la necessità di costruire un contratto nazionale con delle coordinate chiare, negoziando il salario e le condizioni normative: questa è la posizione che la Filctem Cgil porterà in piazza il prossimo 13 gennaio, in un presidio nazionale previsto a Firenze.

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