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Piero Casella lascia il calcio dopo 19 anni di carriera tra Borgo e Dufour

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Piero Casella

Piero Casella appende le scarpe al chiodo dopo quasi vent’anni di carriera con le maglie del Borgosesia e della Dufour Varallo.

Piero Casella si ritira

Addio al pallone: Piero Casella si ritira dopo 19 anni di calcio. Appende le scarpette al chiodo dopo una vita passata sui campi da calcio indossando le maglie delle due squadre più rappresentative della Valsesia, ovvero Borgosesia e Dufour Varallo. Ha giocato in serie D, Eccellenza, Promozione e pure in Prima categoria.
Per le sue potenzialità avrebbe potuto puntare anche a qualche ingaggio in altre società o a un salto di categoria, ma alla fine è sempre rimasto legato ai suoi colori: il granata e il nero-verde. In campo è stato sempre stato un esempio, mai una parola fuori posto, mai un gesto fuori luogo. Ha lavorato a testa bassa e con umiltà facendosi apprezzare da allenatori, compagni e soprattutto dal pubblico. Chiude a 35 anni la sua carriera calcistica nell’anno del Covid, un po’ per gli impegni di famiglia e un po’ per qualche acciacco. In campo mancherà la sua esperienza da capitano.

I saluti

«Quel giorno è arrivato – spiega Casella -, sono triste ma nello stesso tempo orgoglioso per quello che ho fatto in questi 19 anni di carriera. Ho sempre ragionato col cuore ma per la prima volta dovrò usare la testa e ascoltare ciò che il fisico mi sta dicendo».
Il pensiero va ai suoi compagni con cui ha condiviso partite, allenamenti, gioie, dolori e promozioni: «Ringrazio tutti miei compagni di questi anni che hanno condiviso con me sudore fatica dolori e gioie, ringrazio i mister che mi hanno allenato e che nel bene o nel male mi hanno fatto crescere anche come uomo, ringrazio le uniche due società in cui ho giocato: sì perché nel calcio come nella vita per me i sentimenti e i veri valori vengono prima di tutto il resto».

Le due maglie

A Borgosesia sono legati i primi anni nel mondo del calcio, ha mosso i primi passi con la maglia delle giovanili per poi fare l’esordio in prima squadra: «Ho iniziato a dare i miei primi calci al pallone per poi diventare un giocatore importante della prima squadra per sette anni (una retrocessione dalla D, un campionato di Eccellenza vinto e due salvezze ai play out in D) sempre da protagonista e a testa alta».
E poi c’è stata la Dufour: «Mi ha accolto ragazzo e mi ha fatto diventare uomo. Ho capito subito quel giorno di giugno del 2010 che qui sarebbe diventata casa mia e così è stato: a Varallo ho trovato anche l’amore della mia vita e sono diventato papà. Ho trascorso 11 anni più importanti della mia carriera, ho avuto la fortuna di indossare per parecchi anni la fascia da capitano e ancora ora ne vado fiero e orgoglioso».

La famiglia

Importante il ruolo anche della famiglia nella sua carriera. «Grazie alla mia famiglia che mi ha permesso di iniziare questa vita calcistica e che mi ha sempre sostenuto e guardato, qualcuno negli ultimi anni anche dall’alto (il papà, suo grande sostenitore, è mancato qualche anno fa, ndr) ma per me è come se fosse sempre stato lì vicino alla mamma; grazie a Francesca che mi ha supportato e sopportato. Il calcio mi ha dato tanto ma penso che qualcosina anche io l’abbia dato a lui e spero di poterlo fare anche in futuro».

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