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Un canestro da 3 sulla sirena condanna una buona Gessi

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Rocambolesco finale ieri al Pala Loro Piana: gli arancioni avevano 9 punti di vantaggio a 2 minuti dalla fine

Si chiamano buzzer-beater, cioè punti segnati sul suono della sirena. E’ quello che ieri sera ha fatto perdere la partita della Gesssi, in casa contro la Paffoni Omegna. In effetti, le “aquile” si mordono la mani, perchè a 2’ dalla fine era avanti di 9 (66-57) e sembravano avere la partita in pugno. E invece negli ultimi 120 secondi un parziale di 11-1 per i cusiani manda all’aria la festa dei tifosi di casa. D’altra parte, cì da dire che ancora una volta i borgosesiani hanno dimostrato di potersela giocare alla pari con una della grandi del campionato, in un match che ha vissuto su diversi capovolgimenti di fronte.

Partono meglio i padroni di casa, che volano a +7 alle fine del primo quarto, reagisce Omegna, che mette il naso avanti prima dell’intervallo lungo e poi “scappa” fino al massimo vantaggio del match (38-48) grazie a un canestro di Gurini. La Gessi però non si arrende e ribalta nuovamente la situazione, accorciando le distanze alla terza sirena con due punti di Molteni e una tripla di capitan Gatti e arrivando a -3 dopo un canestro di Visentin. Il lungo veneto con una schiacciata fissa anche la parità (52-52) al 34’ e dà il là a quello che sembrerebbe l’allungo decisivo delle “aquile”. Infila una bomba Molteni, lo imita Caversazio, quindi segnano anche Savoldelli e Mercante, che poco prima aveva “gasato” i tifosi con una stoppata su Gasparin.

Il 66-57 sembra un punteggio in grado di mettere al riparo da sorprese i padroni di casa anche perché sul cronometro restano poco più di 2’ da giocare. Ma mentre Omegna dalla lunetta è molto precisa, la Gessi non trova più la via del canestro, collezionando errori e palle perse, anche per un paio di scivoloni di Savoldelli. Il vantaggio si riduce e a 5 secondi dalla sirena sul -3 (67-64) Gasparin va in lunetta segnando il primo e sbagliando apposta il secondo: la palla schizza oltre la linea del tiro da tre e finisce nelle mani di Arrigoni che la spedisce nella retina con l’aiuto del tabellone.

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