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Ghemme dottor Arlunno in pensione dopo 40 anni

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Ghemme dottor Arlunno in pensione dopo 40 anni. Medico di famiglia in paese dal 1979

Ghemme dottor Arlunno in pensione dopo 40 anni. Si definisce un “indigeno doc”

Classe 1950, medico di famiglia in paese dal 1979, dall’1 aprile il dottor Vito Arlunno andrà in pensione. Lui si definisce un “indigeno doc”, e per intere generazioni di concittadini non è stato soltanto un medico. A Ghemme, infatti, avrebbe potuto addirittura fare il sindaco, visto che in due tornate elettorali (nel 1985 e nel 1990) fu il più votato, preferendo poi lasciare la “poltrona” a Roberto Uglioni e fare il suo vice. E a Ghemme, da più di 20 anni è anche presidente della banda musicale. «Curare le persone mi piace ancora – ammette Arlunno – , e se uno sta male non riesco a far finta di niente. Credo che sarà così per sempre, del resto ho studiato medicina proprio per aiutare la gente. La parte burocratica del mio lavoro, invece, credo onestamente che non mi mancherà».

Due passioni: i viaggi e la fotografia

Ma cosa farà una volta lasciato lo stetoscopio nel cassetto? «Le mie grandi passioni sono i viaggi e la fotografia. Per cui girerò il mondo insieme a mia moglie Rosa Angela. Tra le nostre mete ci saranno sicuramente gli Stati Uniti, dove vive nostra figlia Valeria che fa l’ingegnere». L’altra figlia, Anna Carla, ha scelto invece di seguire le orme paterne ed è neuropsichiatra infantile a Milano. Per la verità Arlunno da giovane non sembrava proprio intenzionato a fare il medico: «Durante il liceo avevo detto a mia mamma che medicina era l’unica facoltà che non avrei voluto fare – rivela -, poi un’estate ho letto un libro di Christiaan Barnard, autore del primo trapianto di cuore della storia, e lì è scattata la molla».

Le prime esperienze come assistente volontario in pediatria a Gattinara

Dopo la laurea, le prime esperienze come assistente volontario in pediatria a Gattinara, dal 1979 è medico di famiglia a Ghemme: «Alcuni quarantenni mi hanno scritto di recente per ringraziarmi – riprende – , perché sono il loro medico da quando sono nati. In tanti mi riconoscono professionalità, cortesia e disponibilità. Ovviamente a me fanno piacere questi attestati di stima, ma queste qualità sono innate».

«Non mi sono mai pentito di non essere diventato sindaco»

Una cosa di cui Arlunno non si è mai pentito è di non essere diventato sindaco: «Ogni volta che ci sono le elezioni, qualcuno mi chiede di entrare in lista – racconta – e io dico sempre di no. Sono stato vice sindaco per 10 anni, dopo che ero stato il più votato e avrei potuto anche diventare primo cittadino. Ho comunque servito il mio paese, ma allora era tutto diverso, ci si confrontava anche duramente, ma poi tutto si sistemava. Oggi la situazione è diventata troppo complessa e la politica locale viene vissuta come una lotta. Metto già le mani avanti per la prossima volta, non se ne parla neanche».

Tanti aneddoti

In quasi 40 anni da medico a Ghemme, gli aneddoti da raccontare sarebbero tantissimi: «Io per tutti sono sempre stato il dottor Vito e una volta venne addirittura il maresciallo dei carabinieri a chiedermi scusa perchè pensava che Vito fosse il cognome. Un episodio simile capitò quando un rappresentante di medicinali chiese a una donna dove fosse lo studio del dottor Arlunno. “Qui non c’è nessuno con quel nome”, rispose lei, salvo poi arrabbiarsi quando l’uomo aggiunse il nome… “Ah, il dottor Vito, poteva dirlo subito”. E un’altra volta, a una paziente a cui facevo da psicologo e consulente famigliare, mi rifiutai di compilare il 740…».

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