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A Barbato nuovo look grazie a un milione di euro

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Una frazione e un paese in festa. Barbato e Trivero hanno inaugurato la fine dei lavori al borgo abitato dai margari.

Una frazione e un paese in festa. Barbato e Trivero domenica scorsa hanno vissuto una giornata intensa dove l’unione, la collaborazione, l’impegno hanno permesso di inaugurare l’ecomuseo e i lavori di abbellimento che hanno dato alla frazione un look diverso, con il recupero di un vecchio edifico che è diventato una testimonianza di un passato che guarda al futuro. Presenti al taglio del nastro molti cittadini, rappresentanti di associazioni, autorità civili e religiose, il gruppo di immigrati che vive a Trivero e il corpo musicale di Portula. Si è trattato di un momento di condivisione che ha fatto emergere la sinergia tra il Comune, il Docbi, l’associazione Santa Lucia e le persone che hanno collaborato.

«Oggi – ha detto il sindaco Massimo Biasetti – per Barbato è un grande giorno. Credo sia l’inizio di una rinascita della frazione. I lavori sono stati effettuati qui visto che si tratta di un finanziamento rivolto ai borghi alpini e questa frazione ha una storia legata alla transumanza e ai margari». Durante la festa c’è stato l’alzabandiera, la visita alla frazione e l’intervento di Paola Vercellotti vice presidente regionale Uncem, per la tutela e lo sviluppo dei territori montani. Giovanni Vachino, presidente del Docbi, ha evidenziato l’importanza di questo ecomuseo , che vuole essere una “scheggia” di identità per il borgo montano. Parole di soddisfazione e di ringraziamento sono venute anche da Bruno Festa, presidente dell’associazione Santa Lucia. «La nostra – ha detto Festa – era una frazione dimenticata, ora sono stai fatti diversi interventi di abbellimento e siamo riusciti insieme a realizzare queste opere. Un grazie va davvero a tutti i frazionisti, al Comune e a chi ha collaborato. Un grazie va anche ai giovani, che sono sempre presenti e che sono il nostro futuro». I membri dell’associazione hanno voluto fare dei doni al loro presidente per ringraziarlo del suo operato e anche al primo cittadino offrendogli una campana, a testimonianza del legame del paese con la pastorizia.

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