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A Borgosesia e Romagnano camere sensoriali per i malati di Alzheimer

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Camere sensoriali per i malati di Alzheimer allestite grazie ai Rotary nelle case di riposo. In foto un esempio di camera sensoriale per i malari di Alzheimer. Due dispositivi sono stati creati nelle case di riposo di Romagnano e Borgosesia, grazie al Rotary e ad altri enti del territorio

Borgosesia e Romagnano: camere sensoriali per i malati di Alzheimer

Camere sensoriali per alleviare i sintomi ai malati di Alzheimer grazie al Rotary di Gattinara. La Rsa della Fondazione Trinchieri di Romagnano e la casa di riposo Sant’Anna di Borgosesia sono state dotate di camere sensoriali per la cura di alcune patologie. Le strutture sono state donate dal Rotary Club Gattinara, in collaborazione con il Rotary Valsesia, le Fondazioni Valsesia e Trinchieri e la sezione rotariana di Laragne Vallée du Buëch, in Francia. La loro inaugurazione è avvenuta lo scorso 17 giugno.

«Si tratta di un progetto di riabilitazione che mira a ridurre l’agitazione psicomotoria nei malati di Alzheimer e con demenza senile – spiega la presidente del club gattinarese, Simona Ramella Paia – Il progetto contempla il finanziamento dell’installazione delle camere Snoezelen, strutture particolari dotate di pareti candide, con accessori che ricordano la natura, ma anche moderne strumentazioni come gli impianti video e stereo, e una poltrona vibrante che permette di provare sensazioni intense, utili per dare stimoli a persone che hanno perso la capacità di reagire».

Un luogo accogliente

La Snoezelen room è un luogo avvolgente e accogliente, fato di luci, colori, aromi, essenze, suoni, oggetti e immagini, all’interno del quale la persona viene accompagnata da chi se ne prende cura. È stato dimostrato che, riducendo attraverso le percezioni sensoriali lo stress, l’ansia e il dolore, viene diminuito anche l’utilizzo dei farmaci tradizionali, migliorando nel contempo la qualità di vita dei malati. Il metodo Snoezelen (il cui termine olandese significa “esplorare” o “rilassare”), è stato messo a punto nei Paesi Bassi e viene sempre più riconosciuto e utilizzato in diverse parti del mondo. Per il Rotary, si tratta di uno dei progetti ideati già prima della pandemia.

Un percorso lungo

«L’attesa è stata lunga perché prima il Covid e poi la conseguente difficoltà nel reperire alcuni materiali hanno prolungato i tempi dei lavori, però siamo molto soddisfatti di questa realizzazione – afferma Ramella Paia –. Il progetto include anche la formazione per gli operatori che lavoreranno nelle stanze sensoriali. La loro formazione è fornita dalla dottoressa specializzata in psicomotricità Nicoletta Bocca, pedagogista esperta dell’Istituto biellese Cerino Zegna. È un progetto molto importante, che abbiamo potuto realizzare grazie all’intervento del club francese, perché progetti che comportano l’impiego di tanto denaro prevedono la soddisfazione di una serie di standard di qualità, rispetto ai quali la Rotary Foundation internazionale decide poi di incrementare il contributo».

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