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A Trivero proteste nel palazzo dove arriveranno i migranti

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Un gruppo di inquilini si arrabbia con il Comune: «Abbiamo avuto la notizia solo a cose fatte, non ci si comporta così con i propri cittadini»

E’ stata una vera e propria sorpresa per gli inquilini del condominio Atc di Cereie sapere che i nuovi vicini saranno i migranti che rientrano nel progetto di accoglienza Sprar del Comune di Trivero e gestito dalla cooperativa Maria Cecilia. Nessuno prima li aveva avvisati, una delegazione sabato si è incontrata in municipio con il sindaco Mario Carli e il vice sindaco Gabriella Maffei, ma alla fine indietro non si torna e la decisione è già presa. Dovrebbero essere quattro gli ospiti che giungeranno nei prossimi giorni a Cereie, questa sede si è aggiunta all’ultimo dopo che l’amministrazione comunale su richiesta della commissione migranti aveva deciso di non ospitare più i nuovi arrivati nell’alloggio del palazzo comunale. 

A Cereie molti condomini sono preoccupati, soprattutto per l’assenza di informazioni. E poi c’è il giallo dell’alloggio: i locali dove saranno ospitati i migranti fino a pochi mesi fa erano in vendita all’asta, poi sono stati assegnati ma nessuno ha mai visto il nuovo proprietario. Sembra che si tratti di un uomo anziano residente a Torino.

A tirare le fila dell’incontro avvenuto sabato sono Laura Pivetta e Maurizio Pilati , due condomini, che in una lettera spiegano: «Abbiamo cercato di rappresentare gli inquilini preoccupati dell’arrivo dei migranti in un appartamento dello stabile. Giravano solo voci, ma nessuno ne aveva la certezza. Solo attraverso un incontro con il sindaco c’è stata la conferma. Abbiamo fatto notare, dal nostro punto di vista, la scorrettezza, la mancanza di rispetto verso i cittadini proprio da parte del primo cittadino nel non informare e dare quelle che riteniamo doverose spiegazioni. Il sindaco da subito ha dimostrato più sensibilità verso i migranti che alle preoccupazioni dei propri cittadini che ritenevano la situazione non certo ordinaria».

Il condominio ha sedici alloggi, circa tre non sono occupati. Nell’incontro di sabato in municipio c’è chi ha voluto solo ascoltare e chi invece ha chiesto informazioni protestando. «L’incontro – riprendono nella lettera -, non voleva per noi essere solo mirato ad avere rassicurazioni, ma puntavamo a trovare giuste soluzioni per tutti. Ci aspettavamo una apertura verso la sistemazione dei migranti altrove, magari in una casa indipendente ma è stato da subito evidenziato che non c’era alcuna volontà di avere un colloquio aperto. Oramai era tutto deciso e a loro non importava nulla di noi. Peccato! E’ stata una occasione mancata da parte dell’amministrazione comunale di stare con la gente».

Alcuni degli inquilini di Cereie sono rimasti delusi: «L’accoglienza di queste persone, se veramente provenienti da luoghi dove guerre e ingiustizie le privano di diritti, è certamente buona cosa, ma non deve essere mai imposta agli altri e soprattutto auguriamoci che l’accoglienza non sia mai per una nazione motivo di speculazione, ma solo un giusto atto umano. Non vogliamo comunque essere strumentalizzati da nessuno, ringraziamo tutti coloro che hanno capito che il nostro rammarico è esserci sentiti cittadini di serie B o forse di serie C».

La protesta è arrivata alle orecchie dei rappresentanti di minoranza nella commissione migranti. «A questo punto – sottolineano Fulvio Chilò e Franco Foglia Parrucin – è ora di fare chiarezza. Occorre fare l’incontro che da mesi chiediamo e che l’amministrazione comunale finora ha sempre rinviato. Visto che si è parlato sempre di trasparenza all’incontro di sabato sarebbe stato giusto coinvolgere la commissione, altrimenti per cosa l’abbiamo creata?»

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