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”Abitare insieme”, a Varallo un progetto di vita solidale

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A illustrarlo è Elena Macchiorlatti, presidente dell’omonima associazione

Ruota tutto attorno alla condivisione il mondo di “Abitare insieme”. L’associazione fondata a Varallo nel 2015, ma in piena attività solo dal 2016, nasce infatti dall’idea del “cohousing” (stile di vita collaborativo, che privilegia i rapporti di buon vicinato per garantire alta qualità della vita) e dal sogno di un gruppo di persone di poterla un giorno realizzare anche sul territorio cittadino. Pratica importata dai paesi nordici, a oggi la coabitazione solidale è poco conosciuta e diffusa in Italia, nonostante rappresenti un fenomeno dalle grandi potenzialità in termini di ricadute sociali.

«L’“housing sociale” – spiega Elena Macchiorlatti, presidente dell’associazione “Abitare insieme” e autrice del libro “Oltre il mio destino”, scritto a quattro mani con Barbara Saccagno dopo aver sconfitto la malattia – consiste nella creazione di strutture all’interno delle quali ogni inquilino, o famiglia, ha il proprio appartamento, ma nelle quali siano presenti spazi comuni, come la cucina, la lavanderia, un orto. Si risparmierebbe così sulle spese di gas e luce, con allo stesso tempo la possibilità di instaurare buoni rapporti con i vicini in un clima di condivisione e aiuto reciproco, ma anche quella di creare posti di lavoro all’interno del condominio».

Obiettivo finale del gruppo è creare in città una struttura come già ne esistono a Milano e a Biella, nella quale si potrebbero introdurre anche gli “scec”, ovvero le monete complementari. «Abbiamo qualche ipotesi di edificio in cui realizzare il progetto – continua Macchiorlatti – e, se andrà a buon fine, potremo dare vita a un “cohousing” varallese negli anni a venire: prima bisogna partire dalle piccole cose, come stiamo facendo».

L’abitare insieme infatti non è per tutti e, scettici a parte, è la comunità stessa la prima a dover essere sensibilizzata alla condivisione, cuore pulsante della coabitazione solidale. Da questo prendono le mosse tutte le attività organizzate dall’associazione, dal “bookcrossing” (condivisione di libri), agli incontri incentrati sulla salute e su uno stile di vita sano. «Ogni sabato nella nostra sede, al Centro territoriale per il volontariato alla Taverna D’Adda, è possibile lasciare un libro e prenderne uno di quelli messi a disposizione da “Abitare Insieme” o da altre persone – dice la presidente -. Lo stesso avverrà anche in un nuovo punto, il Vecchio albergo Sacro Monte».

Nei mesi scorsi anche una raccolta di mele, poi distribuite a mense e banchi alimentari, e un corso di potatura non invasiva a Ordrovago (Cravagliana), riproposto per il 7 maggio. E in questo mese di aprile si concluderà il concorso “Abitare insieme in cerca di logo”, al quale hanno partecipato i ragazzi del liceo artistico D’Adda. Tutto questo allo scopo di sensibilizzare la popolazione e far conoscere l’associazione, recentemente protagonista di una puntata della trasmissione tv “Obiettivo Valsesia”. Al fine di individuare i possibili fruitori del cohousing, inoltre, “Abitare insieme” collabora con altre realtà presenti sul territorio: la parrocchia, l’Avas e la Caritas. «La precedenza va data alle persone del nostro Comune che sono nel bisogno, ad esempio a famiglie rimaste senza casa, a genitori single o a pensionati soli e in difficoltà – chiarisce Macchiorlatti -. L’associazione è stata infatti fondata da poco tempo, ma ha in serbo grandi progetti e guarda al futuro a beneficio di tutta la comunità».

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