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Alta Valsesia: un brand di territorio studiato dagli studenti del Politecnico

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Alta Valsesia

Alta Valsesia: con il progetto “Branding4resilience” si valorizza il territorio.

Alta Valsesia, il marchio

“Branding4resilience”: è stato battezzato così il progetto condotto da un pool di undici ricercatori e docenti del Politecnico di Torino sul territorio dell’Alta Valsesia. L’iniziativa è stata presentata nel corso dell’ultimo consiglio dell’Unione montana Valsesia. Il progetto, finanziato dal Miur, si pone come obiettivo la valorizzazione dei territori interessati ed è di rilevanza nazionale.
Ora si è pronti a passare alla fase esecutiva lavorando anche con le amministrazioni comunali per cercare idee e propose utili a rilanciare il territorio. In cabina di regia c’è l’Unione montana Valsesia che ha lavorato subito a stretto contatto con gli studenti impegnati in questa iniziativa.

Diciassette comuni

Quattro le unità di ricerca: il Politecnico di Torino che ha scelto di operare sul territorio, l’Università degli Studi di Palermo che opererà in Sicilia, l’Università degli Studi di Trento con un progetto riguardante il Trentino ed infine l’Università Politecnica delle Marche, capofila dell’intero progetto, che lavorerà in territorio marchigiano.
La responsabile di unità del Politecnico di Torino è la professoressa Diana Rolando, docente di estimo, che così spiega il lavoro che il suo gruppo sta conducendo sul territorio: «Abbiamo vinto il bando ministeriale per la ricerca Linea Giovani, insieme ad altre quattro Università italiane, ed abbiamo individuato l’area dell’Alta Valsesia, con 17 comuni, per mettere in atto il nostro progetto volto creare un brand territoriale – spiega – che abbia lo scopo di valorizzare le potenzialità del territorio innescando meccanismi di attrazione sia di turisti che di nuovi flussi demografici, oltre che di riuso del patrimonio architettonico e naturale delle valli valsesiane». Per la Valsesia è una ulteriore vetrina.

Contatti

I componenti del gruppo di ricerca del Politecnico di Torino, espressione di professionalità che vanno dalla topografia e cartografia al design, passando per estimo, tecnica delle costruzioni e tecnologia dell’architettura, hanno iniziato il loro lavoro nel febbraio 2020, con un sopralluogo in Valsesia. L’emergenza sanitaria ha poi rallentato i lavori, ed ora gli studiosi desiderano prendere contatto diretto con le amministrazioni locali, auspicando di poter presto ritornare sul territorio: «In questa fase per noi è importante sondare l’interesse dei Comuni rispetto al nostro lavoro – spiega ancora la professoressa Rolando – proporremo a ciascuno un questionario che ci aiuti ad effettuare un’indagine sul patrimonio costruito e diffuso, così da poter valutare le opportunità di recupero e valorizzazione dei beni e dei loro territori. Su questa base, condurremo le nostre ricerche che sfoceranno in pubblicazioni ad hoc, una piattaforma web-based ed infine valuteremo insieme alle amministrazioni locali gli obiettivi basati su esigenze concrete, con l’intento finale di innescare processi che possano favorire la crescita in termini demografici ed economici dei territori oggetto del nostro lavoro».

Interesse

Il progetto sarà seguito, per l’Unione Montana, in particolare dall’assessore alla cultura Attilio Ferla: «Sono a disposizione della professoressa Rolando per tutte le indicazioni che potranno servire – spiega Ferla – e mi auguro che questo importante lavoro di ricerca possa valorizzare, oltre ai centri principali, anche luoghi meno conosciuti della nostra Valsesia: dalla Val Mastallone alla Val Sermenza, fino ai piccoli ma preziosi nuclei della Val Grande, custodi di bellezze urbanistiche e naturali di grande pregio».
Entusiasta il presidente dell’Unione Montana Pierluigi Prino: «Ho già sentito alcuni sindaci, che si sono detti molto interessati e disponibili a collaborare – spiega – noi siamo a disposizione per facilitare i contatti ed agevolare questo interessante lavoro che potrà avere un’importante ricaduta sul nostro territorio. Devo dire che l’interesse suscitato è stato notevole, tanto che anche dalla bassa valle è arrivata la richiesta per un analogo progetto che possa interessare quei territori».

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