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«Assurdo che in Valsesia si inneschi la “guerra” tra ospedale e ferrovia»

Un lettore scrive a proposito delle polemiche emerse nei giorni scorsi.

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«Assurdo che in Valsesia si inneschi la “guerra” tra ospedale e ferrovia». Un lettore scrive a proposito delle polemiche emerse nei giorni scorsi.

«Assurdo che in Valsesia si inneschi la “guerra” tra ospedale e ferrovia»

Da un lettore riceviamo queste riflessioni sui progetti e le esigenze della Valsesia, e sulle polemiche che si sono levate nei giorni scorsi.

«C’è chi sostiene che, dopo la chiusura del punto nascite, la Valsesia dovrebbe concentrarsi sull’ospedale e smettere di inseguire sogni come la riapertura della linea ferroviaria. È un modo di pensare che sembra ragionevole, ma in realtà tradisce una visione miope del territorio e della comunità. Un ospedale e una ferrovia non sono due progetti in competizione. Sono due presidi di vita, due modi diversi di dire che una valle vuole continuare ad esistere».

«Chi difende solo l’uno o solo l’altro finisce per indebolire entrambi. Una ferrovia elettrificata riduce il traffico su gomma, l’inquinamento, gli incidenti; collega i giovani alle scuole e ai luoghi di lavoro; apre la valle al turismo sostenibile. Migliora, indirettamente, anche la qualità della vita e della salute. E un ospedale funziona meglio in un territorio che rimane abitato, connesso, raggiungibile. Chi parla di “ragionamenti da terrapiattisti” perché “il treno lo prenderebbero in trenta” dimentica che la civiltà non si misura a numeri, ma alla capacità di garantire servizi anche a chi è lontano dai grandi centri».

«Se applichiamo la logica del profitto a tutto, allora tanto vale chiudere anche l’ospedale: costi alti, pochi pazienti, poca redditività. Ma un territorio che ragiona così è già malato: rinuncia alla propria coesione, alla propria dignità. Il vero sviluppo non nasce dal tagliare, ma dal ricucire. Tenere insieme salute, mobilità e ambiente non è un lusso: è il minimo necessario per dare un futuro a chi abita ancora queste valli. Il treno e l’ospedale non sono due spese: sono due segni di speranza».
Manuel Grossini

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1 Commento

1 Commento

  1. Luca

    26 Ottobre 2025 at 4:12

    Ben detto, peccato che i nostri politici non raccolgano pensieri come questi. TUTTI I POLITICI, di qualsiasi bandiera

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