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Borgosesia, per l’affitto doveva pagare un arretrato di 50mila euro

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Il Comune sta cercando di recuperare i crediti da alcuni inquilini delle case popolari

A Borgosesia è scattata da qualche mese l’operazione recupero-crediti nei confronti di alcuni inquilini delle case popolari di porprietà del Comune. Il caso più eclatante era quello di una persone in arretrato di ben 50mila euro con gli affitti: e anche in questo caso si sta cercando di rientrare per quanto possibile, senza mandare sul lastrico il soggetto in questione (in effetti il Comune lascia ai debitori la doppia opzione di rifondere la somma o svolgere lavori di pubblica utilità). E dopo sei mesi il riscontro è positivo: sono stati numerosi gli inquilini che hanno avviato piani di rientro, risolvendo in gran parte la situazione debitoria.

Il “buco” riscontrato a fine 2015 dal Comune era comunque elevato, quantificabile in centinaia di migliaia di euro. Per questo il sindaco aveva deciso di avviare le verifiche per risolvere le situazioni di insolvenza, sovente a fronte di affitti che non arrivano nemmeno a 100 euro: sono emersi casi di mancati pagamenti di alcune migliaia di euro, sino al caso massimo, come accennato, di un debito intorno a 50mila euro di affitti non pagati. Gli accertamenti erano stati attuati in sinergia con i servizi sociali, delineando essenzialmente tre figure di debitori: chi non paga nonostante possa permetterselo, chi invece non ha le disponibilità economiche (e quindi potrebbe mettersi a servizio del Comune per mansioni pubbliche) e i casi limiti di chi non ha le risorse nè la possibilità di lavorare.

«I riscontri in questi mesi sono positivi – certificano dal municipio -, non si sono ancora liquidate morosità che si trascinano da anni, tuttavia molti si sono accordati per piani di rientro che permettano di ripianare il loro debito. Se una persona non ha soldi a disposizione, può svolgere qualche lavoro per conto del Comune secondo le proprie competenze. C’è una volontà precisa da parte dell’amministrazione, di non andare a punire o mettere in difficoltà chi lo è già, pur tuttavia portarlo a mettersi sullo stesso piano di chi invece paga regolarmente. Chi è in buona fede non avrà alcun problema a farlo e difatti la maggioranza ha già risposto».

Un discorso analogo si tenta per gli alloggi di proprietà dell’Atc, l’agenzia territoriale per la casa. In questo caso il Comune non ha il controllo diretto, tuttavia si trova a dover corrispondere una percentuale sugli affitti non pagati.

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