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Carri da Lenta all’Ucraina: e si scopre che sono solo ferrivecchi
Una ventina di semoventi regalati all’esercito di Kiev sono buoni solo per il rottamatore.
Carri da Lenta all’Ucraina: e si scopre che sono solo ferrivecchi. Una ventina di semoventi regalati all’esercito di Kiev sono buoni solo per il rottamatore.
Carri da Lenta all’Ucraina: e si scopre che sono solo ferrivecchi
Non fosse che si tratta di una guerra, la storia sembra tratta da un film comico. Una ventina di cannoni semoventi M109L partiti dal deposito di Lenta e arrivati fino all’Ucraina, alla prova dei fatti hanno fatto cilecca. Un consigliere del ministro della Difesa di Kiev li ha giudicati del tutto inservibili. Veri e propri rottami, insomma.
E dire che i carri sono pure passati dalla Germania, al vaglio della Rheinmetall, proprio per essere riparati dove servisse e rimessi in grado di adempiere alle proprie funzioni. E invece niente, secondo i militari ucraini sono solo dei ferrivecchi. Buoni da rottamare subito, senza nemmeno aspettare il confronto con gli artiglieri russi.
La rivelazione del Financial Times
Il fatto è stato reso noto nei giorni scorsi da un articolo del Financial Times, che aveva appunto raccolto la lamentela del ministero ucraino. I venti obici appartengono alla stessa tipologia di semoventi visti transitare dalla stazione di Udine qualche settimana fa e sarebbero stati prodotti dalla Oto Melara nei primi anni Novanta.
«Si tratta di cingolati dotati di un cannone da 155 millimetri, considerato lo standard dell’artiglieria Nato. Nel 2002 – si leggeva l’altro giorno su “La Repubblica” – il governo italiano ha deciso di trasferire tutti i cannoni semoventi nel deposito di Lenta, in provincia di Vercelli. La scorsa estate, l’esecutivo di Mario Draghi ha deciso di recuperare gli M109L, abbandonati da oltre vent’anni all’aria aperta, per inviarli al governo di Kiev».
Scelti dagli esperti Usa
L’accordo prevedeva che l’Italia dovesse fornire 60 obici all’Ucraina, mentre gli Stati Uniti avrebbero finanziato i costi di riparazione. A settembre, il governo italiano ha spedito ai tecnici ucraini i primi venti cannoni, poi approdati in Germania. Le componenti americane per ripararli, però, non sono mai arrivate oppure si sono rivelate incompatibili. Evidentemente però anche dalla Germania qualcuno ha fatto finta di nulla, e tutto il materiale è arrivato a destinazione in Ucraina.
E solo qui si è scoperto che una ventina di M109L, più che al fronte, andavano indirizzati al rottamatore. Pare però che la tranche successiva inviata a Kiev siano già stati messi a posto prima della partenza. Da ricordare che da Lenta sarebbero partiti (condizionale d’obbligo) in tutto 96 mezzi blindati di vario genere, scelti tra le migliaia stoccate nell’area dopo un’ispezione di specialisti americani.
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Davide
7 Maggio 2023 at 14:42
Come anni fa ‘ vendevamo videoregistratori nelle piazzole degli autogrill adesso siamo passati ai carriarmati, italiani, brava gente
David
7 Maggio 2023 at 17:14
Siamo unici dai, soprattutto quando intravediamo un possibile guadagno con una minima -o nulla-fatica.
Del resto Totò aveva venduto la fontana di Trevi!
Roberta
9 Maggio 2023 at 16:41
Siamo unici per quanto siamo idioti ad andare contro la Russia contro i nostri interessi e per gli interessi USA, a rinunciare al gas russo contro i nostri interessi e per gli interessi USA, a buttare via tanti soldi per nulla anzi a nostro danno ma per gli interessi Usa
Alberto
13 Maggio 2023 at 8:03
Sai com’è, l’Italia è uno sputo sul mappamondo. Se andasse contro l’america, nelle migliori delle ipotesi, sarebbe una Ucraina bis, distrutta spartita tra le due maxipotenze nel giro di una settimana
Francesco
14 Maggio 2023 at 10:21
siamo dei coglioni cara Roberta e governati da criminali incapaci
Corrado
8 Maggio 2023 at 0:42
nella caserma di Lenta ci sono ancora i militari professionisti che sono pagati x fare manutenzione ai mezzi e che stiamo pagando noi!!!!se non fanno manutenzione allora cosa stanno facendo visto che oltre allo stipendio gli stiamo pagando le case con tanto di luce e riscaldamento da decenni?
Massimo
8 Maggio 2023 at 9:37
Non fanno manutenzione a tutte le migliaia di mezzi che erano ivi immagazzinati.
La maggior parte erano mezzi ormai inutilizzabili che sono stati rottamati con recupero dei materiali ancora utilizzabili.
Qualcosa è stato venduto a stati esteri (Pakistan ecc.).
Gli M109 di cui parla l’articolo, era dal 2002 che erano lì immagazzinati (all’aperto aggiungo, non al riparo).
Leggendo bene l’articolo appare chiaro che si sapeva che andavano ricondizionati, ma chi doveva inviare i pezzi di ricambio (USA) e chi doveva fare le riparazioni (Rheinmetal Germania) non hanno fatto il loro dovere, quindi qui l’Italia proprio non ha colpe.
guido
9 Maggio 2023 at 10:54
sarebbe opportuno pensassimo come risolvere prima i nostri problemi interni molto grandi
stefano
8 Maggio 2023 at 1:45
C è poco da lamentare, l’Ucraina non avrebbe nemmeno questi se il mondo non avesse aiutato e ora sarebbe già in mano russa. E cmq a Lenta c’è tutto il rottame che il nostro esercito non usa più, solo del ferrovecchio può uscire da li
Bruno Gavazza
8 Maggio 2023 at 4:29
noi italiani saremo quello che saremo ma abbiamo donato un bel po’ di “roba”che comunque aveva un valore,se poi chi doveva controllare i mezzi non lo ha fatto non è solo colpa di noi italiani ma americani tedeschi non sono stati meglio
Massimo
8 Maggio 2023 at 9:32
Esatto! Basta leggere bene l’articolo; si sapeva che i mezzi erano da “ricondizionare”;
quando ancora funzionava la linea ferroviaria Arona-Santhià, cha transita proprio all’interno del territorio della caserma di Lenta, ovvero fino al giugno 2012, passando all’altezza dello scalo ferroviario interno si transitava proprio a fianco di alcune decine di M109 che sembrava fossero pronti a sparare alla povera “Littorina” FS.
Senza contare alle centinaia di M113 nelle varie versioni, Carri Leopard 1, blindo Centauro ecc. ecc.
Tutto materiale in esubero (ormai con la caduta della cortina di ferro i bisogni e le strategie degli eserciti sono cambiati) pronto per lo snmantellamento ed il recupero dei materiali o, in alcuni casi, in attesa di vendita a paesi esteri.
Se questi corazzati sono stati ritenuti riparabili (ed infatti inviati allo stabilimento Rheinmetal in Germania) e i pezzi per la riparazione non sono arrivati dagli USA nè chi doveva riparare in Germania ha verificato che fosse fatto, beh, signori, qui l’Italia non c’entra proprio niente.
E’ solo un articolo “acchiappaclic” e anche il riportarlo su altri giornali senza verifiche di sorta non è da giornale serio.
Mauro
8 Maggio 2023 at 13:47
Fossero stati nuovi, sarebbero finiti, comunque, bruciati dai russi e poi inviati al mercato dei rottami in Turchia. Questa è la fine di tutti i carri o altri mezzi che arrivano in Ukraina.
Davide
8 Maggio 2023 at 7:53
Tutti tranquilli !
Andrà tutto bene ..
Antonio d'angelo
8 Maggio 2023 at 8:47
dover aiutare gli ucraini con questi nezzi? che magra figura.
Miky
8 Maggio 2023 at 15:34
la magra figura la fanno quelli che commentano a capocchia…tschuss
Rino
8 Maggio 2023 at 9:52
E incredibile, come si può aiutare una nazione nazzista come l’Ucraina, che ha dal 2014 che ammazza i russi nelle regioni del dombass, e una vergogna speriamo che tutte le armi che l’Italia a inviato facciano cilecca
Giovanni
9 Maggio 2023 at 11:00
Non merita commenti quanto asserito da Rino, nessuna differenza esiste tra il menzionato Rino e gli SS o la ghestapo ne tra gli attuali russi ed il KGB.
Max the RAEL
9 Maggio 2023 at 15:39
E’ incredibile invece quanta gente come Lei sia ancora disposta a glorificare il criminale del cremlino e la sua cerchia di nostalgici veterocomunisti postsovietici.
Il potere del soviet lo si è visto bene dal ’45 all’89, con i suoi milioni di sudditi a vivere di stenti con le toppe sul sedere (ma tutti uguali nel nome del comunismo; l’elite poi era un pò più uguale degli altri).
Una nazione incapace di gestirsi democraticamente che è collassata sotto il peso delle sue stesse storture.
Un gigante dai piedi d’argilla.
Se avrà voglia di citarmi almeno un paio di progressi scientifici e/o economici che il Comunismo sovietico ha prodotto dalla sua nascita gliene sarei grato; Io non li ho trovati! Si faccia un giro al di fuori dell principali città russe, specialmente al di là degli Urali e nelle campagne, e troverà dei livelli di arretratezza da far rabbrividire (il fatto di vedere nei primi giorni di guerra truppe provenienti dagli stati asiatici russi che rubavano lavatrici, elettrodomestici ed addirittura water la dice lunga sul progresso del grande madre russia!)
Per quanto riguarda la “democraticità ed Umanità” dei sovietici, potrebbe chiedere a qualche vecchio Ungherese o Cecoslovacco degli anno ’50/’60.
Ad majora
ICTSMART
8 Maggio 2023 at 10:33
Visto che sono mezzi prodotti oltre trent’anni or sono e fuori produzione senza ricambistica, i venti esemplari non utilizzabili per il combattimento rappresentano una risorsa da cannibalizzare per le riparazioni.
Gli ukraìni dovrebbero ringraziare anziché lamentarsi.
marco
8 Maggio 2023 at 11:33
Lenta è un deposito di materiale dismesso, e ben altro materiale è stato dall’ Italia fornito al paese aggredito.I l ricondizionamento di questi materiale per uso effettivo ed attuale a quanto pare doveva essere condiviso tra Germania e USA. Aggiungo che lo sport nazionale degli Ucraini è quello di mostrarsi sempre incontentabili
Davide
8 Maggio 2023 at 12:46
Continuiamo ad essere servi sciocchi del padrone’USA’ che di noi se ne fotte , gli ucraini non sono santi come i russi
Maria Luisa Bianco
8 Maggio 2023 at 15:18
Ma e’ vecchia come il cucco. Quei carriarmati, se sganciavi 5.000= € te lo portavi a casa. Lo smontavi e vendevi come ferro vecchio. E ci guadagnava na pacca di soldi. Quante volte venivano offerti a mio marito. Mi dispiace per la brutta figura fatta nei confronti degli ucraini. E’una mega galattica presa in giro.
Riccardo
8 Maggio 2023 at 19:30
egregio non so da dove viene questo convincimento .siamo lì abbiamo casa lì. sono tutti brava gente reduce da 70 anni di ex Russia. gli hanno ammazzato padri nonni ecc ,hanno sofferto migliaia di morti ,a kiew si sono mangiati i morti nella resistenza ai nazisti .prego di studiare . saluti cordiali riccardo e Natalia
Stefano
9 Maggio 2023 at 13:37
io credo che ci raccontino un sacco di balle chissà quali erano gli accordi chissà chi ha sbagliato come disse Churchill in guerra la prima cosa a morire è la verità!
Sergio
10 Maggio 2023 at 2:20
ssi in guerra la prima cosa a morire è la verità…..morta da mo, forse dalla fondazione della Nato
abbiamo pagato in Kosovo, in Somalia….. Ustica, Bascapè…..ma quanto ancora dovremo pagare?