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Caso cannabis light: a Borgosesia timori per il market di via XX Settembre
Caso cannabis light: a Borgosesia e in tuta Italia caos tra i “canapa shop”. Una direttiva del ministro Salvini e un pronunciamento della Cassazione mettono a rischio il futuro di queste attività.
Caso cannabis light: a Borgosesia si rimane aperti
«Noi continuiamo la vendita degli stessi prodotti – conferma Rocco Zuccarella, titolare del negozio – che sono assolutamente regolari anche alla luce della recente sentenza della corte di cassazione, che parla di divieto di vendita di sostanze con efficacia drogante. Tutto ciò che noi vendiamo è al di sotto dello 0,5 per cento di Thc (tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis, ndr), che è un limite fissato da tempo. Certo questa situazione non è piacevole, siamo un po’ tutti sul chi va là e sul tema c’è troppa confusione. So che alcuni negozi sono stati fatti chiudere in questi giorni. Non una bella prospettiva per i circa 900 shop aperti in Italia».
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Non confondere canapa con “droga”
«Molti associano la canapa alla droga – continua Zuccarella -, ma non è così. La marjuana ha effetti terapeutici, negli Stati Uniti viene addirittura usata per la cura del Parkinson e dell’Alzheimer. E ci sono cosmetici che servono per guarire le dermatiti. In Italia si vendono le sigarette ai minorenni e a noi, che non vendiamo nulla a chi non ha almeno diciotto anni, fanno storie. Magari la nostra attività dà fastidio alle mafie o magari alle case farmaceutiche, ma queste sono solo mie supposizioni».
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