Attualità
Coggiola slavine minacciano i sentieri verso il rifugio Ponasca
Coggiola slavine a rischio sul monte Barone: al momento il manto nevoso è ancora instabile.
Coggiola slavine a rischio
Il rischio di slavine è troppo alto. Con il manto nevoso ancora instabile anche a causa delle alte temperature meglio non avventurarsi lungo i sentieri del Monte Barone. Il livello di rischio è sceso, ma i gestori del rifugio prima di aprire e avventurarsi preferiscono aspettare.
L’idea è quella di aprire, ma da alcuni sopralluoghi la situazione rimane ancora troppo instabile: è scesa molta neve quest’inverno, in più le temperature durante il giorno sono in salita. Il rischio valanghe è alto.
Il rifugio
«Per chi continua a telefonarci per chiedere se siamo aperti che tanto ora il rischio valanghe è “due” – spiegano i due gestori Paolo Montini e Mara Viganò -. Abbiamo effettuato un piccolo reportage a distanza. Abbiamo evidenziato i distacchi avvenuti, quelli probabili, le vie di accesso, le precedenti tracce attraversate da valanga. Che dire? Dipende dall’ora, dalla temperatura e da una infinità di variabili. Noi aspettiamo che il manto si assesti ancora un po’».
Al momento è proibitivo salire al rifugio proseguendo per il sentiero G8 o salendo dal G1A. Anche se nel fine settimana qualcuno è arrivato fino al rifugio, ma come ribadiscono i gestori la situazione della neve è ancora instabile. Il manto nevoso richiede assestamento, è presente brina di superficie un po’ ovunque. Le nuove precipitazioni hanno coperto i precedenti slittamenti, ma si “leggono” i vecchi distacchi sui vari versanti.
Voglia di ripartenza
La voglia di riaprire è tanta. In fondo i gestori del rifugio hanno già dimostrato di sapersi adattare a qualsiasi Dpcm e colore della Regione. «Appena sarà possibile garantire un accesso tracciato sicuro, apriremo con qualunque altro colore, rispettando le norme del momento», sottolineano. Il rifugio è comunque salvo nonostante le abbondanti nevicate e la struttura ha retto. «Fortunatamente il tetto si è scaricato ed anche i pannelli fotovoltaici sono fuori. La parte invernale è sepolta e non visibile. Non resta che aspettare l’evolversi della situazione»
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