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Coldiretti: abbattere tutti i cinghiali per sconfiggere la peste suina

In Piemonte l’associazione di categoria chiede interventi drastici per salvaguardare gli allevamenti di maiali.

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Coldiretti: abbattere tutti i cinghiali per sconfiggere la peste suina. In Piemonte l’associazione di categoria chiede interventi drastici per salvaguardare gli allevamenti di maiali.

Coldiretti: abbattere tutti i cinghiali per sconfiggere la peste suina

«Nel mese di luglio siamo scesi in piazza, sotto il grattacielo della Regione, per dire “basta cinghiali”. Ora non c’è più tempo da perdere per sostenere con tutte le misure necessarie, anche straordinarie, i nostri allevamenti. La totale rimozione dei cinghiali, coinvolgendo tutti gli enti preposti, Parchi compresi deve essere una priorità assoluta. Questa problematica va affrontata con urgenza senza più fare sconti a nessuno».

A parlare sono il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Roberto Guerrini e il direttore Luciano Salvadori. I quali intervengono con una nota in merito ai recenti casi di peste suina rilevati in alcuni allevamenti, dove si è stato costretti ad abbattere tutti i maiali presenti. Questa settimana si è regisrato a Lignana il primo caso in provincia di Vercelli.

In Piemonte tremila aziende a rischio

«Come Coldiretti abbiamo chiesto al commissario straordinario per la peste suina africana – spiega Bruno Mecca Cici, vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia – che vengano da subito erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Psa che oggi sono in grande difficoltà. Gli indennizzi che non devono riguardare solo quelle aziende che hanno subito gli abbattimenti, ma dobbiamo tenere in considerazione il tema del fermo aziendale, che riguarderà tutti quegli allevamenti che saranno costretti a rimanere fermi e non potranno nemmeno ripopolare».

Secondo l’associazione di categoria «a rischio c’è l’intera filiera suinicola piemontese, che è tra quelle più importanti economicamente nel tessuto imprenditoriale agricolo, contando circa tremila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1,2 milioni di capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele».

 

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