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A Valduggia si coltiva la cannabis a scopi terapeutici

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Decolla il progetto di Francesco Cillerai: coltivazione di canapa sativa e agricoltura biodinamica a Zuccaro

Dopo la laurea all’ateneo di Torino Francesco Cillerai, giovane residente a Borgosesia, ha deciso di trasferirsi a Zuccaro, nella casa della sua infanzia, e qui di aprire un’azienda agricola ecosostenibile, insieme al alcuni suoi amici e collaboratori. «A marzo mi sono laureato in scienze politiche internazionali per lo sviluppo e la cooperazione e ho dovuto decidere cosa avrei potuto fare “dopo”: volevo creare sviluppo e cooperazione in modo rapido e concreto, senza dipendere da nessuno e soprattutto senza lasciare il mio territorio». Così è nata la sua azienda agricola dove coltiva la cannabis, insieme ad altre erbe medicinali e prodotti dell’orto, il tutto secondo i principi dell’agricoltura naturale e biodinamica.

A partire dalla scorsa primavera Francesco ha sistemato la casa dei genitori a Zuccaro, frazione valduggese, e ha bonificato i terreni circostanti: ad oggi ci sono 3000 metri quadrati coltivati a canapa, più un orto biodinamico in progettazione permaculturale (un particolare metodo di coltivazione). I ragazzi coltivano canapa sativa a basso contenuto di THC, e la coltivazione fa parte del progetto sperimentale di coltivazione di canapa industriale a fini terapeutici indetto dall’Associazione no profit “Medical cannabis club” di Torino. «La cannabis ha infinite potenzialità: non solo fa bene al terreno e lo depura, ma è anche utilizzata nel settore tessile, agroalimentare, energetico e appunto medico» spiega Francesco «per questo crediamo tanto al nostro progetto e lo difendiamo a costo di essere derisi e soprattutto fraintesi».

«Quello che mi preme sottolineare però» conclude Francesco «è il valore aggiunto del nostro progetto: il circolo virtuoso che ha coinvolto tutte le persone che durante l’estate hanno vissuto o anche solo attraversato la nostra coltivazione. Mangiare cibo sano, imparare e insegnare conoscenze pratiche e tornare a valori e saperi antichi, ma soprattutto ripopolare paesini che stanno scomparendo, lavorare terreni se no invasi dal bosco».

 

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