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Commerciante e panificatore: Varallo ricorda Enrico Nai

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Per decine di anni è stato punto di riferimento per la spesa quotidiana di turisti e residenti

E’ morto pochi giorni prima di compiere i 90 anni. Enrico Nai era una persona molto conosciuta a Varallo: dalla fine degli anni Cinquanta sino all’inizio dei Novanta aveva gestito l’omonimo negozio di alimentari in corso Umberto I, dove a dargli una mano c’erano anche il figlio Paolo, scomparso tre anni fa, e la nuora Tina. «La bottega di mio nonno è stata un punto di riferimento sino all’avvento dei supermercati – ricorda il nipote Gianrico Nai –; era il classico negozio artigianale a conduzione familiare, nel quale venivano cucinati i prodotti da vendere e dove non mancavano i marchi di qualità».

Enrico Nai nacque nel lontano 1926 a Campertogno e prima di intraprendere la strada del commercio aveva svolto i vari lavori collegati all’ambiente di montagna, tra cui, per un certo periodo, anche quello di boscaiolo. Dopo la cessione della bottega di alimentari, ai tempi una delle più frequentate della città, anche da chi ci passava in vista magari di una gita lungo i sentieri della Valsesia, Enrico Nai divenne socio del Panificio di Varallo. «Mio nonno era infatti panettiere – dice il nipote – e alla sua professione teneva molto. Da un punto di vista lavorativo aveva una cura e una passione eccezionali. Devo dire che il suo spessore morale e la sua forza d’animo mi hanno sempre colpito molto. Non mancava mai di interessarsi su come andasse la mia vita e il mio lavoro. Anche in quest’ultimo periodo in cui non stava bene, chiedeva sempre di tutti i familiari e delle persone a cui voleva bene. Aveva molti amici – prosegue il nipote nel ritratto del nonno, storico commerciante varallese –, ma amava la riservatezza e stare dietro alle quinte. Questa è stata senz’altro una delle sue migliori qualità umane».

Nai era tifosissimo della Juventus, una passione che aveva condiviso proprio con suo nipote Gianrico: «Insieme seguimmo tutte le partite casalinghe dei bianconeri della Champions League 1995-1996, edizione che si concluse con la vittoria della Juve. Purtroppo non riuscimmo ad andare allo stadio Olimpico di Roma per assistere alla finalissima vinta ai calci di rigore contro l’Ajax, ma nella mia memoria conservo un ricordo bellissimo di quei momenti vissuti accanto a lui».

Un’altra sua passione erano gli scooter Vespa: «Non guidando l’auto, le usava proprio come mezzo di locomozione. Recentemente aveva due 50 Special».  Ultimamente era ospite in Casa Serena e aveva goduto di ottima saluto sino a poco tempo fa. Nell’ultimo periodo le sue condizioni erano peggiorate per alcuni problemi di circolazione e qualche giorno prima di mancare all’affetto dei suoi cari era stato trasferito all’ospedale Santi Pietro e Paolo di Borgosesia. Lascia la nuora Tina, il nipote Gianrico con Vanessa e la cognata Anna.

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