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Crevacuore contro il Governo: ”Vuole uccidere i piccoli Comuni”

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Mentre gli amministratori di Pray si muovono esattamente in senso opposto

La proposta di legge che promuove le fusioni tra i piccoli Comuni non piace nemmeno un po’ a Crevacuore.

Per questo il sindaco Massimo Toso, insieme al vice Ermanno Raffo e all’assessore Alberto Biolcati, ha deciso di indirizzare una lettera all’onorevole Emanuele Lodolini, ma anche a Matteo Renzi.

«Caro onorevole, lei vuole condannare a morte i Comuni con meno di 5mila abitanti – scrivono i tre amministratori -. Ci lascia perplessi la normativa inerente l’obbligatorietà di gestire in modo associato le funzioni fondamentali dei Comuni tramite convenzioni e Unioni».

E tutto questo mentre i vicini di Pray, al contrario, continuano a muoversi in vista di una fusione, cioè in direzione esattamente opposta.
«Ci pare ingiustificato – scrivono invece i crevacuoresi – che vengano sottratti fondi a tutti i Comuni per elargirli con generosità a quelli nati da fusioni: eliminare l’autonomia delle comunità locali è operazione, a nostro avviso, non degna di uno Stato democratico».
Toso e la sua giunta affondano il colpo: «Ci siamo chiesti se i firmatari della proposta di legge abbiano idea di quale lavoro svolgano gli amministratori, sottraendo tempo alle proprie famiglie e alla propria professione e anche al loro tempo libero, a fronte di un’indennità che ci sentiamo legittimati a definire irrisoria. Portiamo avanti il nostro impegno non certo per vantaggio economico, né per ambizione personale ma perché amiamo la nostra comunità e la storia del nostro paese: forse ricordando ciò che Cesare Pavese scrisse ne “La luna e i falò”: Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».

E l’ultimo affondo è politico: «Come fanno persone che neppure sono state scelte dai cittadini, ma dalle segreterie di partito grazie al Porcellum, a decidere il futuro di enti ancora nominati da elettori veri?».

Insomma, Crevacuore non vuole piegarsi alla fusione: «E’ una proposta di legge che prevede misure draconiane, per certi versi più punitive di quelle dei Regi decreti che in epoca fascista colpirono l’autonomia dei Comuni che, per altro, fu loro restituita dalla Repubblica».

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