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Diga in Valsessera: “Non è la Panacea di tutti i mali”

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Non dal summit di Parigi ma dagli incendi dolosi che hanno funestato la Valsessera occorre trarre insegnamento. Questo il suggerimento rivolto dall’Osservatorio del Biellese al Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese che recentemente aveva messo in relazione i fenomeni siccitosi del comprensorio sesserino con la necessità di un nuovo invaso in valle.

Non dal summit di Parigi ma dagli incendi dolosi che hanno funestato la Valsessera occorre trarre insegnamento. Questo il suggerimento rivolto dall’Osservatorio del Biellese al Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese che recentemente aveva messo in relazione i fenomeni siccitosi del comprensorio sesserino con la necessità di un nuovo invaso in valle.

“Dal summit di Parigi, per la mancanza di calendari operativi e definizione di precisi obbiettivi, non si può ricavare se non una accorata speranza – afferma il presidente dell’Osservatorio, Roberto Pozzi –. Gli incendi, al contrario, non lasciano margini interpretativi: è necessario sostenere un territorio martoriato e non ulteriormente penalizzarlo con progetti che hanno soprattutto un carattere speculativo unilaterale”.

Pozzi fa rifermento alla Valutazione ambientale strategica che accompagna il Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte per il 2014-2020, approvato dalla CE il 28 ottobre 2015, in cui sono indicate sia la privilegiata disponibilità di acque meteoriche sia la ridotta vulnerabilità per il rischio desertificazione di tale area. A questo va aggiunta la risultanza dei dati produttivi che vengono definiti medio-buoni.

“Nessun disastro quindi ma, senza sottovalutare problematica alcuna, un risultato migliore della media – conclude Pozzi -. Proporre la diga come unica soluzione dei problemi non è credibile: si può certamente migliorare la risicoltura perseguendo l’efficienza e le tecniche di coltura e irrigue. Sollevare allarmismo e sollecitare costose opere significa solo propendere per spese enormi e inutili trascurando totalmente la salvaguardia di un territorio già provato da pesanti situazioni ambientali”.

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